La gloria con la Samp, l’abisso della cocaina, il ritorno: la «vita rovesciata» di Ciccio Flachi
«Dicevano di me che ero uno dei talenti più limpidi del calcio anni ’90. Ero famoso per la mia rovesciata, un gesto tecnico pazzo, la metafora della mia vita. Infatti nel 2007 una squalifica per cocaina ha ribaltato tutto…», con queste parole Francesco Flachi, presenta Vita rovesciata – Ascesa e caduta di un calciatore del popolo, un podcast, scritto insieme a Matteo Politanò, che ripercorre luci e ombre di uno dei numeri 10 più divertenti dell’età d’oro del calcio italiano, quella a cavallo tra anni ’90 e il nuovo millennio. Francesco Flachi, detto Ciccio, nel 2007 gioca la sua ultima partita con la Sampdoria, squadra che ne consacra la carriera, di cui è stato capitano e con cui ha collezionato 241 presenze realizzando ben 110 reti, terzo marcatore di sempre dopo Vialli e Mancini. Quelle che si ricordano tutti le realizza in rovesciata, rintracciabili e cliccatissime su YouTube oggi, ma Flachi, fiorentino doc classe 1975, cresciuto con il sogno di emulare le gesta di campioni legati alla sua città come Giancarlo Antognoni e Roberto Baggio, è una seconda punta di qualità, completa, potente: un’icona non solo per la società genovese ma per tutto il calcio di provincia, ai tempi una miniera d’oro di classe in una Serie A che ci ricordiamo nostalgicamente come il più ricco campionato del mondo, in termini economici ma soprattutto di talento.
I guai: scommesse e droga
Genio e sregolatezza, in campo ma anche fuori. Nel 2006 la prima squalifica per calcioscommesse, proprio quando vive il momento più alto della sua carriera, lui si dice innocente ma è costretto a rimanere due mesi lontano dal prato verde. Poi nel 2007 la caduta finale, quella che lui stesso, con una metafora calcistica particolarmente azzeccata in questo podcast definisce, appunto, «La rovesciata»: viene trovato positivo ad un metabolita della cocaina, la benzoilecgonina, al controllo antidoping effettuato dopo la partita Sampdoria-Inter. 16 mesi di stop che la Commissione Disciplinare aumenterà a 24 dopo il ricorso del Coni. Nel 2008 torna in campo nelle più piccole Empoli e Brescia, ma la parabola discendente sta facendo il suo corso. Ed è proprio in quest’ultima squadra che Flachi, agosto 2009, tocca il fondo, perché viene trovato nuovamente positivo alla cocaina e in quanto recidivo viene condannato a dodici anni non solo lontano dal calcio giocato ma anche da un qualsiasi stadio, impossibilitato dunque anche ad andare ad assistere alle partite del figlio. «Sono scappato come un ladro – ammetterà anni dopo ai microfoni di DAZN che ha già dedicato un documentario alla sua storia-. Ho caricato tutto ciò che potevo in macchina, sono passato a prendere mia figlia all’asilo, ho staccato il telefono e siamo partiti. Sono stati dei momenti durissimi, e la colpa è soltanto mia. Mi sono rinchiuso nella casa al mare, non volevo vedere più nessuno, non guardavo nemmeno più le partite».
Ma il podcast, prodotto da OnePodcast, disponibile da oggi su tutte le principali piattaforme di streaming audio, racconta anche la risalita, perlomeno personale, di Ciccio Flachi: il suo rapporto con i tifosi doriani, che non lo hanno mai abbandonato («Li ringrazierò tutta la vita, ho capito cosa significa essere un vero idolo»), la paninoteca aperta a Firenze, progetto abbandonato perché «Facevo tardi la notte e questo non faceva sicuramente bene alla mia vita privata» (ancora fonte DAZN), fino al clamoroso ritorno in campo nel 2022 all’età di 46 anni, forse a voler chiudere un cerchio su quel prato verde. Arricchiscono il racconto i contributi di grandi giocatori, amici e compagni storici: dal campione del mondo e suo idolo d’infanzia Giancarlo Antognoni ad Attilio Lombardo, da Fabio Quagliarella a Ciccio Baiano, e ancora Angelo Palombo, Emanuele Pesaresi, Fabio Bazzani, Sergio Volpi e Gianluca Berti, che accompagnano Flachi nel racconto dell’incredibile storia di un campione che ha visto realizzarsi prima tutti i suoi sogni e poi tutti i suoi incubi.