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gIANMARIA e la salute mentale: «Ora sono in terapia, prima non potevo perché costa troppo»

13 Marzo 2024 - 13:30 Redazione
Il 21enne ha parlato al «Corriere della Sera» delle pressioni nel mondo della musica e dei suoi sforzi per riuscire a stare meglio

Nei suoi brani mette sia ciò che ha vissuto, sia quello che non ha vissuto, e in entrambi i casi attraverso la musica lo sente sulla sua pelle. «Scrivere è un modo per mettermi alla prova e mi sfianca nel senso più reale e tangibile della parola. Parlo di cose che ho vissuto e le rivivo, o che non ho vissuto e le vivo per la prima volta, e questa cosa mi fa vivere, appunto, la musica con potenza e forza emotiva, e questo mi piace», dice gIANMARIA al Corriere della Sera, in un’intervista intima che arriva dopo la partecipazione del 21enne al Paranoia Festival, l’evento organizzato al BASE di Milano per parlare tra generazioni anche di salute mentale. E il cantante, che nel 2023 partecipò al Festival di Sanremo con Mostro, parla del suo rapporto con il benessere psicologico, un aspetto che ha a lungo trascurato. «Sono sempre stato abbastanza solitario, ma adesso sto cercando di lavorare sui rapporti ed essere più aperto, in primis anche per apprendere dalle altre persone», confida, «sono stato meglio e penso di poter stare meglio. Ma ci sto lavorando, sono realmente interessato a migliorare. E questo è fondamentale, perché lo psicologo apre strade, ma poi sta alla persona intraprenderle. E sono sicuro che il lavoro, l’attenzione e la cura, mi porteranno a stare meglio». Gianmaria Volpato, il suo nome lontano dal palco, spiega di aver dovuto rinunciare in passato agli incontri con lo psicologo perché troppo costosi. «Il bonus è una buona notizia», ha detto, «anche io ho avuto dei momenti in cui sarei voluto andare in terapia, ma avevo difficoltà a farlo solo per questioni economiche. Come c’è il medico di base che controlla il corpo, deve esserci qualcuno con cui si possa parlare. Perché non è scontato che le persone abbiano con chi farlo. Io ora sono in terapia. Ho iniziato da poco e mi sta aiutando tanto».

Lo stop di Sangiovanni

A metà febbraio, a pochi giorni dalla sua partecipazione all’ultima edizione del Festival, il collega Sangiovanni – anche lui vicentino e poco più che ventenne – ha annunciato di aver bisogno di prendersi una pausa. «La cosa più importante è riuscire a fermarsi in tempo», ragiona gIANMARIA, «individuare il problema e capire di dover rallentare. Fermarsi vuol dire essere arrivati al limite, e non essere stati in grado di riconoscere già al semaforo verde, e questo me lo ripete la psicologa, se c’erano cose che non andavano bene». Ammette che nel suo mondo, in ambito musicale, la pressione è forte e si avverte. A produrre tanto e subito, e in continuazione: «Deve essere bravo l’artista a non avere fretta e a non farsi mangiare da questo, anche io in questi anni ho avuto fretta, perché ti viene vedendo come vanno le cose, quindi bisogna dimenticarsi di tutto questo, del doparsi di risultati immediati e giganti». Neanche lui è immune alla solitudine, allo stress e alla paura in aumento tra i suoi coetanei: «È una situazione che vivo spesso, anche perché, qua a Milano non ho fatto grandi amicizie, forse una in tre anni e mezzo. Ma a questa situazione ci arrivi quando non ti dedichi abbastanza a te stesso e metti al primo posto il lavoro e i risultati. Però pian piano ti apri, e riconosci gli sbagli». In questo, la famiglia è la sua ancora di salvezza: «Quando sono in difficoltà, mi appiglio alle persone, anche perché io da solo non ho molto controllo di me stesso. Quindi alla mia famiglia, che è sempre vicino a me e mi ama, e alle persone fidate, che sono pochissime, ben scelte e che mi accompagnano da tempo».

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