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Crosetto e l’inchiesta di Perugia sul dossieraggio: «C’è il rischio che finisca senza alcun accertamento definitivo» – Il video

14 Marzo 2024 - 18:00 Redazione
Il ministro della Difesa lo ha dichiarato nel corso del question time al Senato

Secondo il ministro della Difesa Guido Crosetto c’è il rischio che l’inchiesta di Perugia sul dossieraggio «finisca senza alcun accertamento definitivo», «come tante altre »vicende e «come quella Palamara». Lo ha dichiarato nel corso del question time al Senato. Sottolineando: «Il Parlamento deve interrogarsi sulle regole in atto, sulle persone che di queste cose possono abusare, su quelle che su queste cose possano avere interessi, su come queste cose possano influenzare la vita democratica e politica indipendentemente dalle parti. Questa è una cosa che, secondo me, deve fare il Parlamento. Mi auguro che questo percorso venga fatto dal Copasir, dalla Commissione Antimafia, dalla commissione speciale. Non sta al governo o a me dirlo. Va ripristinata la credibilità delle istituzioni nel suo complesso». Proprio da una denuncia del ministro è partita l’inchiesta sulla presunta fuga di notizie ai danni di vip, politici, imprenditori.

Le armi a Israele

Crosetto ha aggiunto che non ritiene che «ci siano dietro questa vicenda delle problematiche che possano riguardare la sicurezza nazionale dal punto di vista militare e della difesa del Paese». Il ministro ha inoltre affrontato la questione delle armi in Israele, puntualizzando che dopo il 7 ottobre «non sono state concesse nuove autorizzazioni dall’Unità per le autorizzazioni dei materiali d’armamento (Uama) per il trasferimento di armi in Israele, determinando una sospensione che prosegue tuttora. Anzi la sospensione è stata definita in questo senso tempestiva e incisiva. Le licenze autorizzate prima del 7 ottobre erano già state in gran parte utilizzate. Su quelle già autorizzate prima e non ancora utilizzate, l’Uama ha già fatto verifiche caso per caso. E non riguardano materiali che possono essere impiegati con ricadute sui civili a Gaza».

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