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Milano, ricevono busta piena di banconote da un 52enne turco: arrestate due donne russe

14 Marzo 2024 - 17:20 Redazione
Nelle case dei tre sono stati trovati importi per un totale che supera i 3 milioni di euro

Quando, lo scorso 5 marzo, i carabinieri dell’hinterland milanese hanno fermato due donne russe per un controllo di routine, non si aspettavano di certo di trovare 8 lingotti d’oro e tre milioni di euro in contanti. Le due, che sono state arrestate, avevano richiamato l’attenzione dei militari dell’Arma perché erano state viste ricevere un sacchetto da un 52enne turco. Si trovavano in macchina, mentre l’uomo era a piedi: lo scambio è avvenuto attraverso il finestrino. All’interno della busta c’erano alcune mazzette di banconote, ma le due donne hanno sostenuto di essere ignare di questo lucroso contenuto. Eppure non avevano aperto il sacchetto una volta ricevuto, né avevano fatto domande all’uomo in questione. Una delle due ha ipotizzato che, siccome l’altra donna ha un negozio di vestiti, credeva che vi fossero dei tessuti.

Le somme

Fatto sta che i controlli effettuati nelle abitazioni e/o depositati sulle macchine dei tre hanno portato al reperimento di 50mila euro, due milioni e 587mila euro, 270mila franchi svizzeri, 589mila euro, 14mila dollari americani, più otto lingotti d’oro dal peso tra i cento grammi e i due etti e mezzo. Al computo totale, scrive il Corriere, vanno aggiunte banconote per 14mila euro che erano state bruciacchiate, semi-distrutte, strappate. Tra il materiale confiscato, inoltre, figurano «quaderni riportanti cifre numeriche manoscritte riconducibili a somme di denaro nell’ordine dei milioni», nonché pagine di quaderni e appunti contenenti le annotazioni sugli spostamenti di mazzette di banconote. Da allora, come da prassi, sono scattati ulteriori accertamenti patrimoniali su familiari e cerchia dei conoscenti. L’avvocato dell’uomo turco, Alexandro Maria Tirelli, ha però precisato: «Non dobbiamo dimenticare un principio fondamentale: è la Procura che deve dimostrare l’illecita provenienza. Noi sappiamo che è tutto regolare, lo dimostreremo a breve».

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