Viterbo, il consigliere denuncia le minacce del marito della sindaca: «Colpiremo il più debole della famiglia»
La procura di Viterbo ha aperto un fascicolo di indagine nei confronti del marito della sindaca di Viterbo Chiara Frontini e delle frasi rivolte al consigliere comunale Marco Bruzziches durante una cena. La coppia era ospite proprio del consigliere, sposato con due figli, quando Fabio Cavini si sarebbe rivolto così al padrone di casa: «Noi quando vogliamo colpire o abbiamo qualcosa o la inventiamo. Ora proprio come fare non te lo dico e questo lo facciamo in casi estremi. Non siamo dei principianti, se io voglio fare male capisco chi del tuo stato di famiglia è più debole, e poi vado a colpire quella persona. O ce l’ha o gliela creo, purtroppo io sono la sua anima nera ed è per questo che sono molto odiato, perché a volte devo fare delle cose anche molto brutte». Le parole si inseriscono nello scontro in seno al consiglio dove Bruzziches ha la delega per la valorizzazione del patrimonio immobiliare, come ricostruisce Il Messaggero. A pochi mesi dall’elezione di Frontini nel giugno 2022 però, Bruzziches inizia a manifestare il proprio malumore per l’assegnazione di alcuni lotti comunale. Si apre quindi uno scontro aperto tra la prima cittadina e un pezzo della maggioranza che la sostiene, che inizia a sfaldarsi. E qui, secondo la denuncia presentata da Bruzziches, si sarebbe inserita la cena “riparatoria”, durante la quale ha registrato la conversazione. Nella registrazione portata in Procura, il consigliere afferma che a parlare sia Cavini, che sostiene l’attività politica della moglie ma non ricopre alcun ruolo. I magistrati, oltre a chiarire la vicenda, hanno intenzione di scavare più a fondo per capire se quelle frasi sono uno sfogo estemporaneo, giunto al culmine di una lite, o vanno piuttosto inquadrate in un sistema più articolato, un modus operandi per affrontare questioni politiche e risolvere le discussioni. Gli investigatori hanno già ascoltato, come persone informate sui fatti, anche l’ex presidente del consiglio comunale – dimessasi in aperta contestazione con la sindaca -, un dirigente comunale e un geometra. «Si tratta di frasi pronunciate non in una sede pubblica o ufficiale, bensì durante una cena tra amici nella quale non è prevedibile che i commensali registrino i colloqui», ha replicato la sindaca Frontini, «il semplice fatto che il consigliere abbia provveduto a registrare il nostro colloquio mi fa ritenere che vi era da parte sua già un preciso intento di poterne farne un uso politico a mio discapito. Nel comunicato si riportano frasi singolarmente estrapolate e prive di riferimento all’effettivo contesto. I fatti sono oggetto di indagine, tutt’ora in corso, quindi con i relativi doveri di segretezza da parte delle persone informate».