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As Roma, licenziata per il video intimo. La società: «Nessuna discriminazione». Cgil: «Cacciata per tutelare il calciatore esordiente»

15 Marzo 2024 - 16:21 Ugo Milano
as roma dipendente licenziata video rubato
as roma dipendente licenziata video rubato
Il sindacato a fianco della dipendente allontanata e del suo compagno: «Li tuteleremo noi»

Tira dritto e si difende l’As Roma sul caso della dipendente licenziata dopo che un calciatore ha fatto circolare (senza consenso) un suo video intimo, su cui indaga la procura della Federcalcio. La società contrattacca e parla di «inesistente discriminazione sessuale e disparità di trattamento» perché, dichiara in una nota, «il licenziamento è la conseguenza di una circostanza che, oltre ad essere contraria al Codice Etico della Società, e ad aver riguardato indistintamente entrambe le persone che hanno registrato il video, ha oggettivamente determinato l’impossibilità di proseguire il rapporto lavorativo con il Club, anche alla luce delle mansioni svolte da entrambi che richiedevano un coordinamento diretto con i minorenni». La loro versione su quanto riportato finora è che «i fatti sarebbero stati strumentalizzati ad arte per presumere un’inesistente discriminazione sessuale e disparità di trattamento». E, prima di annunciare che proseguiranno a tutelarsi in ogni sede competente, aggiungono: «Peraltro, nel video emergeva la sussistenza di una trattativa privata riguardante corsie preferenziali lavorative». Quanto al furto del video, però, la società non dice nulla. Di tutt’altra linea, invece, i sindacati che ora rompono il silenzio e rivelano di aver seguito da subito il caso, accanto ai due dipendenti licenziati.

La Cgil: «Hanno preferito tutelare il calciatore esordiente»

La Filcams Cgil Roma fa sapere di aver seguito la questione sotto il profilo il legale, mantenendo il massimo riserbo nella convinzione che l’As Roma avrebbe fatto un passo indietro. Ma così non è stato poiché la società, stando alla loro ricostruzione, «ha preferito tutelare un ipotetico investimento milionario sul calciatore coinvolto in questa storia, piuttosto che prendere le parti dei propri dipendenti, i quali non solo non hanno commesso alcun illecito ma avrebbero avuto tutto il diritto di essere tutelati dall’As Roma». In una nota ripercorrono quanto accaduto dall’inizio.