Giulia De Lellis diventa caso di studio. L’influencer sale in cattedra alla Bocconi
Chi sa fare fa, e a volte insegna. E così l’influencer Giulia De Lellis il prossimo 20 marzo siederà dietro la cattedra della Sda Bocconi, la Business school dell’università milanese. Pur non potendo vantare particolari meriti accademici (non ha conseguito la laurea, ma «le manca e vorrebbe prenderla»), la 28enne è stata invitata per raccontare la sua esperienza al master in Fashion, experience & design management. Un percorso iniziato otto anni fa, quando – racconta al Corriere della Sera – un rossetto andò sold out dopo essere stato consigliato da lei.
Gli inizi
De Lellis, che all’epoca lavorava come commessa a Pomezia, intravide le lucrose possibilità che si celavano dietro quell’episodio: «Quando sono arrivati i primi contratti grazie ai social quasi mi vergognavo: con un pacchetto di post potevo andare oltre quanto prendevo stando in negozio un mese intero. Ho cominciato a mettere da parte i risparmi, pensavo: ho questa fortuna, voglio usarla per creare qualcosa di mio». Che alla fine, è arrivato: il suo marchio Audrer, diventato caso di studio, ha raggiunto il pareggio di bilancio all’inizio del nuovo anno, a fronte di un investimento iniziale di 500mila euro. Ad oggi, racconta l’influencer, «tra team Audrer e team beauty influencer 12 in tutto».
I numeri
La fama per Giulia è arrivata, prima ancora che dai social, dalla televisione: con Uomini e Donne prima e il Grande Fratello Vip poi. Ma il pubblico che ha assistito allo sbocciare della sua storia d’amore con il tronista Andrea Damante, o alle infuocate litigate con l’opinionista Alfonso Signorini, si è poi fedelmente spostato sui canali social per continuare a seguirla nella quotidianità. Tanto che adesso è piena di followers: «Su Instagram 5,3 milioni, 900 mila su TikTok e 200 mila su YouTube. L’audience settimanale stimato è 7 milioni di utenti». Adesso, rispetto agli esordi, spiega che il valore monetario che le viene riconosciuto per sponsorizzare prodotti è decuplicato.
Il talento
Ma d’altronde, la qualità si paga: non tutti, a suo avviso, riuscirebbero a fare il suo lavoro. «Ci sarebbero milioni di influencer tutti di successo. Invece no: chissà come mai. Servono preparazione, fantasia, un pizzico di fortuna. Io ho un mio modo di comunicare: diretto, schietto. Non è che faccio un post e guadagno: penso ai claim, al set, decido come fare le foto, la musica. I dettagli fanno parecchio». Nonostante l’expertise, anche lei però ha fatto più di qualche scivolone in passato. L’ultimo dei quali, quando andò in vacanza in Israele con il (forse ex) fidanzato Carlo Gussalli Beretta, dell’omonimo produttore di armi. La polemica nacque dopo la condivisione di alcuni scatti che ritraevano i due insieme all’Ifd, le forze di difesa israeliane, una addirittura con il capo dello Stato, Isaac Herzog, e un’altra ancora ad una party esclusivo nella Grotta di Salomone.
Tempi duri per gli influencer
Ma sulla questione, glissa, parlando dell’«aggressività aumentata» dei followers: «Siamo diventati soggetti da seguire ma anche da contestare. A volte davvero in modo pesante, pesantissimo». Ciononostante, non valuta minimamente la possibilità di allontanarsi dal cellulare: «Amo quanto faccio, il mio campo ha tante potenzialità. Ci sono critiche e pure apprezzamenti, soddisfazioni, persone con cui si instaura un dialogo, che esprimono affetto. Qualcuno oggi lavora con me. Quanto faccio mi ha aiutato anche emotivamente: il sisma di Amatrice ha travolto la mia famiglia (una zia è morta, altri parenti hanno avuto danni enormi, ndr) e in quel periodo i familiari di mia madre si sono trasferiti da noi. Vivevamo tutti insieme un momento lacerante. Accendere il pc e postare contenuti leggeri mi ha fatto andare avanti».
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