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Terricciola, il sindaco e l’assessore stanno insieme e hanno una bimba: «E allora lei deve dimettersi»

15 Marzo 2024 - 07:45 Alba Romano
mirko bini giulia bandecchi terricciola maternità
mirko bini giulia bandecchi terricciola maternità
La storia di Mirko Bini e Giulia Bandecchi, che ha scritto a Meloni

A Terricciola, piccolo paese dell’Alta Vardera in provincia di Pisa, il sindaco Mirko Bini e l’assessora all’urbanistica e ai lavori pubblici Giulia Bandecchi stanno insieme ed hanno appena avuto un figlio. Ma a causa di un esposto alla prefettura e a un’interrogazione parlamentare promessa e poi ritirata lei ha presentato le sue dimissioni. «Ricopro il ruolo di assessore dal 2019 anno in cui sono stata eletta dai cittadini e successivamente nominata dal sindaco, con il quale non avevo nessuna relazione, per far parte della giunta. Lunedì mi è stata recapitata un’interrogazione parlamentare firmata dall’onorevole Michelotti di Fratelli d’Italia. Dove (in modo errato) si riporta che io sia sia in coniugio o affine al sindaco della giunta di cui faccio parte. E quindi incompatibile a ricoprire il ruolo di assessore. Questo perché abbiamo in comune una figlia nata a ottobre 2022. Successivamente alla mia nomina», dice lei al Quotidiano Nazionale.

La lettera

Secondo Bandecchi «si tira in ballo una bambina di quasi 18 mesi, in vista delle elezioni amministrative. Durante la gravidanza e anche dopo la nascita non ho mai nascosto la presenza di mia figlia. Anzi, l’ho portata con me anche in alcuni consigli comunali durante il periodo dell’allattamento». Per questo l’assessora ha scritto alla premier Giorgia Meloni. Per chiederle «di fare chiarezza e tutelare di più il ruolo della donne che rappresentano le istituzioni per far sì che non siano motivo di attacchi strumentali senza fondamento. Spero che quello che è accaduto a noi possa essere l’occasione per chiarire meglio alcuni aspetti legali. Per evitare che in futuro si creino situazioni ambigue».

Le dimissioni

E dice di non aver lasciato quando è nata la bambina perché «ho portato avanti il mio operato mettendo a disposizione le mie competenze per poter amministrare al meglio il territorio dove vivo, affiancandolo al mio ruolo di madre, che non ritengo invalidi la possibilità di svolgerlo al meglio. Ci siamo confrontati con il resto della giunta e con il segretario comunale, potevamo rimanere in carica e io ci tenevo a farlo soprattutto per portare a termine il lavoro che stavo svolgendo: il nuovo piano operativo».

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