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Rapimento Aldo Moro, il ricordo di Giorgia Meloni: «Anni bui, i cinque agenti di scorta si sacrificarono per la democrazia»

16 Marzo 2024 - 12:00 Ugo Milano
Quarantasei anni fa l'onorevole veniva sequestrato in via Fani, a Roma: 2 carabinieri e 3 poliziotti vennero uccisi sul posto da un commando delle Brigate rosse

«Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Giulio Rivera, Francesco Zizzi, Raffaele Iozzino. Sono i nomi dei cinque agenti barbaramente assassinati dalle Brigate Rosse il 16 marzo 1978 durante il vigliacco rapimento di Aldo Moro, anch’egli ritrovato senza vita il 9 maggio dello stesso anno. Servitori dello Stato che hanno dato la vita per difendere la nostra democrazia, la nostra Repubblica e le sue Istituzioni». Così, con un post su X (ex Twitter) la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ricorda il rapimento di Aldo Moro. Quarantasei anni fa l’onorevole che fu tra i fondatori della Democrazia Cristiana, più volte ministro della Repubblica e presidente del Consiglio tra gli anni Cinquanta e Settanta, venne rapito da un commando delle Brigate Rosse in via Fani a Roma mentre in auto e sotto scorta viaggiava verso il Parlamento, dove doveva essere presentato il nuovo governo di Giulio Andreotti.

«Il sacrificio per la democrazia»

Il Paese all’epoca si divise tra chi voleva trattare e chi invece era per la linea dura. Tra i partiti di governo, solo il Psi di Bettino Craxi si schierò per la prima opzione. A poco servì anche la richiesta di liberazione dell’allora Papa Paolo VI. Il cadavere di Moro venne trovato nel bagagliaio di una Renault 4 rossa in via Caetani il 9 maggio, dopo 55 giorni di prigionia. A Moro, alla sua scorta «e a tutte le vittime di quella drammatica stagione della nostra storia, va il nostro commosso ricordo e la nostra profonda gratitudine», aggiunge la presidente del Consiglio. E conclude: «A noi tutti spetta il compito di ricordare e onorare il loro sacrificio, affinché quegli anni bui non tornino mai più». Lo stesso pensiero è stato ribadito anche dal ministro alla Difesa Guido Crosetto – verso «cinque servitori dello Stato che si sacrificarono per difendere la democrazia» – e dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi che ha scritto di «coloro che, 46 anni fa, pagarono con la vita il folle disegno brigatista».

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