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Energia, migranti, guerra: Meloni e von der Leyen alla corte di Al-Sisi siglano il «partenariato strategico» Ue-Egitto. Ecco cosa prevede

17 Marzo 2024 - 17:39 Ugo Milano
Sei leader Ue al Cairo per firmare un'intesa da 7,4 miliardi di investimenti entro il 2027. E per scongiurare l'offensiva israeliana a Rafah

Una pioggia di risorse europee – 7,4 miliardi di euro da qui al 2027 – s’appresta a cadere sull’arido Egitto nell’ambito dell’accordo tra il Paese nordafricano e l’Unione Europea firmato oggi al Cairo. A segnare la solennità dell’evento, la visita congiunta oggi di ben sei leader europei: la presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni, quella della Commissione Europea Ursula von der Leyen, il premier belga Alexander De Croo (che è anche presidente di turno del Consiglio Ue), e poi ancora quello greco Kyriakos Mitsotakis, il cancelliere austriaco Karl Nehammer e il presidente cipriota, Nikos Christodoulidis. I sei sono stati accolto oggi al Cairo con tutti gli onoro dal presidente dell’Egitto Abdel Fattah Al Sisi. Dopo una serie di incontri bilaterali, è stato firmato un memorandum che istituisce un «partenariato globale strategico» tra l’Ue e l’Egitto. Al centro dell’intesa, hanno annunciato le parti, ci sono in particolare le sfide della sicurezza alimentare e idrica, della sicurezza energetica, dello sviluppo e della migrazione.

Immigrazione, energia e terrorismo

Al contrario di quanto accaduto con il Memorandum of Understanding siglato la scorsa estate con la Tunisia (e foriero di forti critiche e polemiche), l’intesa con l’Egitto sembra quindi abbracciare più ambiti oltre all’immigrazione. Degli oltre 7 miliardi stanziati dall’Ue, 600 milioni di euro andranno a sovvenzioni varie, di cui 200 milioni per la gestione delle migrazioni. Nominalmente per la sicurezza ai confini, la formazione di manodopera qualificata, misure per favorire la migrazione legale e scoraggiare quella illegale. Cinque miliardi di euro saranno invece erogati in forma di prestiti agevolati per progetti bilaterali di varia natura. Ci sono poi 1,8 miliardi di sostegno all’economia egiziana. L’accordo, visionato dall’Ansa, prevede il varo di progetti condivisi – i cui dettagli verranno definiti in seguito – per «stabilità, democrazia, libertà fondamentali, diritti umani, uguaglianza di genere e pari opportunità». Non mancano investimenti per connessioni energetiche tra le due sponde del Mediterraneo, con qualche milione destinato allo sviluppo della filiera dell’idrogeno e quella delle rinnovabili. Si parla poi ancora di cooperazione antiterrorismo e di un investimento su progetti culturali come gli scambi universitari sul modello dell’Erasmus.

Von der Leyen: «Egitto strategico in un “quartiere” problematico»

Ursula von der Leyen ha detto di essere «felice di essere al Cairo per posare un’altra pietra miliare nel partenariato strategico tra Ue ed Egitto». Soprattutto, ha aggiunto la presidente della Commissione Ue, «considerato il peso politico ed economico dell’Egitto e la sua posizione strategica in un quartiere molto problematico, l’importanza delle nostre relazioni non potrà che aumentare nel tempo».

Meloni: «Lavoriamo contro i trafficanti di esseri umani»

Come nei precedenti incontri tenuti nei Paesi del Nordafrica, grande importanza è stata data alla questione migratoria. L’intesa tra Unione europea ed Egitto «è il modo migliore per far fronte al flusso
migratorio, e apprezziamo gli sforzi dell’Egitto in questo senso», ha dichiarato Meloni. Aggiungendo: «Aspiriamo a lavorare insieme più di prima per aiutare gli Stati di origine e quelli di transito» con «investimenti e assistenza per prevenire l’immigrazione illegale, per aiutare questi Stati a fronteggiare i trafficanti di migranti». La leader dell’esecutivo si è detta orgogliosa e ha definito quello odierno «un momento storico». L’accordo «si inserisce nel contesto attuale in cui ci troviamo ad affrontare molte crisi che potrebbero destabilizzare la regione del Mediterraneo a un livello inimmaginabile», ha aggiunto Meloni. Considerazioni simili a quelle già fatte nei mesi scorsi sia nello stesso Egitto che in Tunisia, entrambi tra i nove Paesi parte del Piano Mattei in cui il governo sta investendo 5 miliardi di euro. «Stiamo lavorando – ha sintetizzato Meloni – per lanciare un’alleanza internazionale per la lotta contro i trafficanti di esseri umani».

L’impegno per Gaza

Nell’ambito della visita «di gruppo» al Cairo si è tenuto anche un incontro bilaterale tra Meloni e Al Sisi. Al di là degli investimenti di medio-lungo periodo – il leader egiziano ha messo l’accento sul valore aggiunto del trasferimento di tecnologie agricole dall’Italia – la questione politica più urgente sul tavolo era ovviamente quella della guerra a Gaza. Tutti i leader presenti hanno concordato su un punto, ha riferito Al Sisi: l’opposizione a un’operazione militare da parte di Israele a Rafah, che «raddoppierebbe la misura della catastrofe umanitaria di cui soffrono i civili nella Striscia di Gaza». Il leader del Cairo ha anche riaffermato il rifiuto dell’Egitto «di ogni spostamento forzato di palestinesi oltre la Striscia, che avrebbe come effetto una liquidazione della causa palestinese». Per rendere più incisivo l’aiuto alla popolazione stritolata dalla guerra, Italia ed Egitto hanno poi firmato un memorandum di cooperazione rafforzata in ambito sanitario per aiutare i civili in arrivo da Gaza, ha annunciato Meloni.

L’Ue crede (gioco forza) nell’Egitto

Evidente il focus dei leader europei sul ruolo strategico dell’Egitto nella crisi regionale, e negli equilibri anche di domani, come viene sottolineato anche nella stessa dichiarazione congiunta: «L’Unione europea riconosce l’Egitto come partner affidabile e il suo ruolo geostrategico unico e vitale di pilastro della sicurezza, della moderazione e della pace nella regione del Mediterraneo, del Vicino Oriente e dell’Africa. L’Egitto e l’Ue continueranno a lavorare per costruire un’agenda positiva per la prosperità e la stabilità. L’Egitto e l’Ue continueranno a lavorare sui loro impegni per promuovere ulteriormente la democrazia, le libertà fondamentali e i diritti umani, la parità di genere e le pari opportunità, come concordato nelle priorità del partenariato»

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