Massimo Casanova, il padrone del Papeete e i ladri nella sua masseria: «Volevano uccidemi»
Il proprietario del Papeete ed europarlamentare della Lega Massimo Casanova ha ricevuto una visita da parte dei ladri nella sua masseria. «Mi volevano uccidere. Il loro obiettivo era eliminarmi. Per sempre», dice oggi al Corriere della Sera. L’8 marzo stava per essere investito nella sua tenuta a Lesina nel foggiano. Prima aveva ricevuto una telefonata: «Qualcuno sta rubando i tuoi bovini». Dice che la storia va avanti da tempo: «Qui nel Bosco Isola, dove c’è la mia proprietà, prima tutto era gestito da una famiglia che utilizzava questo territorio per il contrabbando di sigarette. Poi anche per quelli di droga e armi». Inoltre: «Portavano qua i loro bovini e con la scusa di accudire gli animali gestivano i loro traffici illeciti. Da quando sono arrivato io, non possono più gestire nulla».
I furti
I furti si verificano da tempo: «Contro di loro ho presentato una ventina di denunce. Pensano di intimorirmi ma non ci riusciranno». Ha chiamato la polizia, che ha fermato due persone a bordo di un’auto. Poi lui stesso è andato con la sua auto verso la recinzione incrociandoli: «Dall’auto è sceso prima un mio amico e poi io. Chi era al volante dell’altro mezzo appena mi ha visto ha accelerato tentando di investirmi. Ho avuto la prontezza di gettarmi a terra. Mi voleva uccidere». Lui dice che li conosce da tempo: «È il quarto furto di animali che subisco. Stanno cercando in tutti i modi di mandarmi via da questo territorio. Vogliono che questa zona torni ad essere la loro. Per poter continuare a gestire i loro illeciti traffici».
I danneggiamenti
Più volte hanno tagliato la recinzione della mandria e hanno danneggiato anche un’antica torre saracena: «Non ero convinto se candidarmi nuovamente alle Europee di giugno. Dopo questo episodio ho deciso di scendere in campo nuovamente. Lo devo fare per questo territorio, che è diventato il mio e dei miei figli. Lo faccio anche per tutti gli agricoltori che la notte dormono nei capannoni per non farsi rubare gli attrezzi».