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Pier Silvio Berlusconi e Mediaset: «Noi assumiamo (soprattutto giovani), gli altri licenziano»

18 Marzo 2024 - 06:12 Redazione
pier silvio berlusconi mediaset
pier silvio berlusconi mediaset
L'a.d. di Media for Europe: 1000 assunzioni entro il 2026. Il nostro organico sta crescendo

Pier Silvio Berlusconi, amministratore delegato di Media for Europe (ex Mediaset) dice che il campo dei contenuti delle tv vede soffrire giganti come Disney e Netflix, che licenziano migliaia di persone. In Italia resistono Sky e DAZN. «Ma la televisione generalista se fatta bene, mantenuta viva e moderna, si difende alla grande. E nel nostro caso continua a dare soddisfazioni», dice da Cologno Monzese in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera. «Certo, il mondo dell’offerta dei contenuti è diventato super competitivo, forse anche sovraffollato. Quello che so però è che noi, in controtendenza, assumiamo. E assumiamo per metà under 30 e per il 50% donne. Abbiamo già iniziato lo scorso anno con 250 ingressi e intendiamo andare avanti per altri tre con un complessivo di mille nuove assunzioni».

I giovani e i manager del futuro

E il saldo tra entrate e uscite in azienda è «assolutamente positivo. Il nostro organico sta crescendo. E le dirò di più. Non assumiamo solo data scientist o digital oriented già formati che hanno un loro ruolo già definito in azienda, ma anche giovani che formiamo singolarmente e che seguiremo nel corso della loro carriera. Tra loro ci sono i nostri manager del futuro». L’azienda, spiega il figlio di Silvio Berlusconi, è in salute: «La nostra raccolta pubblicitaria di Gruppo in Italia e Spagna nel primo trimestre del 2024 ci fa vedere un +5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Con due guerre, i tassi di interesse alle stelle, l’inflazione, il caro energia e via dicendo anche il 2023 lo vedevamo durissimo. Eppure, stiamo per chiudere il bilancio con un utile superiore ai 217 milioni del 2022. E senza l’effetto contabile dei dividendi della Germania».

Gli over the top

Pier Silvio Berlusconi spiega che «gli over the top come Google, Amazon e via dicendo pagano aliquote fiscali intorno al 5%. Noi siamo al 27%. Loro sfruttano agevolazioni e impiegano pochissime persone in Europa, drenando risorse pubblicitarie. La quota di mercato pubblicitario degli OTT è cresciuta in maniera esponenziale, creando serie difficoltà agli editori nazionali. Ma ci conforta che in questi anni il mercato pubblicitario televisivo abbia resistito meglio di tutti gli altri mezzi». Mentre dice che la linea editoriale dell’azienda ha un obiettivo a medio e lungo termine: «Al di là degli ascolti, che comunque nel complesso sono positivi, vogliamo offrire al pubblico un prodotto più moderno, familiare e a 360 gradi, che parli a tutta la popolazione. E me lo lasci dire, ci stiamo riuscendo».

La politica

Infine, la domanda (e la risposta) di prammatica sulla discesa in campo: «Ho già più volte risposto a questa domanda. La politica è una cosa seria, non ci si può improvvisare. Certo, da cittadino e da imprenditore penso che il ruolo di Forza Italia nel portare avanti il pensiero di mio padre, liberale e moderato, sia fondamentale come parte di questo governo e per il futuro del nostro paese. Ma io faccio l’editore e ora ho un progetto europeo da portare avanti».

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