Pioltello, la scuola Iqbal Masiq chiude per il Ramadan. Il preside: «Insultato come se avessi fatto un sacrilegio»
A Pioltello in provincia di Milano la scuola dell’infanzia, primaria e media Iqbal Masiq chiude per il Ramadan. L’istituto comprensivo intitolato al bimbo pakistano simbolo della lotta alla schiavitù minorile serrerà i cancelli il 10 aprile, come da calendario delle chiusure. La decisione è stata votata dal consiglio di istituto dieci mesi fa. Per questo a settembre gli iscritti sono entrati a scuola un giorno prima. La scuola ha 7 plessi: due dell’infanzia, tre primarie, due medie. Gli alunni in totale sono 1300. Spiega il dirigente scolastico Alessandro Fanfoni al Corriere della Sera di Milano: «Abbiamo un 43 per cento di alunni di altra nazionalità, ma anche tra gli italiani ce ne sono almeno un centinaio di seconda generazione».
La decisione
E ancora: «Si arriva quindi al 50 per cento. Non sono tutti legati alla cultura araba, ma la parte più consistente proviene da da Egitto, Marocco, Pakistan. In questo contesto, accadeva che il giorno di Eid-El-Fitr, metà degli alunni o anche più restassero a casa». La decisione, riferisce il preside, «nasce da un ragionamento portato avanti da alcuni docenti, poi accolto all’unanimità da tutti. Non è stato un favore alla comunità araba e non è stato tolto nulla a nessun altro. Certamente non è un gesto che cancella l’identità culturale dello Stato in cui siamo, è semplicemente il riconoscimento di una specificità del nostro contesto scolastico». Anche la sindaca Ivonne Cosciotti è d’accordo: «Si sta creando una polemica esagerata, la si vuole buttare sul “noi” e “loro”. Mentre questi ragazzi sono amici, non ci sono stati atti di razzismo mai. Nelle nostre scuole ci sono il crocifisso e il presepe».
Il preside
La decisione è stata contestata dalla Lega. Il vicepremier Matteo Salvini ha parlato di «una scelta inaccettabile, contro i valori, l’identità e le tradizioni del nostro paese. Non è questo il modello di Italia ed Europa che vogliamo». Il preside invece ha raccontato cosa sta accadendo in queste ore: «Ricevo insulti in privato sui social, come se avessi fatto un atto sacrilego. Con dispiacere noto che gli adulti non sanno mettere in pratica ciò che insegniamo agli alunni. Ovvero la comunicazione non ostile, l’accettazione del punto di vista dell’altro. La nostra scuola viene additata senza conoscere i tanti progetti che portiamo avanti per tutta l’utenza, stranieri e italiani, a partire dalle certificazioni Cambridge. Nella nostra comunità scolastica c’è una serenità nei rapporti tra famiglie di origine diversa, forse siamo un’isola felice che non tutti comprendono».
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