Meloni in Senato in vista del Consiglio europeo: «Governo compatto sulla politica estera, è il Pd ad avere tentennamenti» – Il video
Sulla politica estera il governo è compatto e coeso. È categorica Giorgia Meloni nella sua replica agli interventi da parte di alcuni senatori dell’opposizione. Oggi la premier è in Senato per riferire sul Consiglio europeo del 21 e 22 marzo, uno degli ultimi prima delle elezioni del prossimo 9 giugno 2024. E fra i banchi del governo si nota subito un’assenza, stando alle agende non giustificata da impegni pregressi: Matteo Salvini non c’è. A quanto risulta è al ministero, ma non è venuto a palazzo Madama. All’Ucraina, in particolare, la premier Giorgia Meloni dedica la prima parte del suo intervento: «Io considero tutti i partner europei degni di rispetto e considerazione. Si è discusso della proposta avanzata dalla Francia di un intervento diretto in Ucraina, ma la nostra posizione non è favorevole in nessun modo a questa ipotesi. Spero che questo parlamento sia compatto sul punto, posto che la situazione sul campo è complessa e l’Ucraina fa bene a non fidarsi della Russia».
Il ricordo di Navalny
Qui arriva la presa di posizione ulteriore (e il relativo distinguo da Salvini) sulle elezioni avvenute in Russia. Con un elemento interessante, la condanna non è per il voto russo in sé, ma solo per quello nei territori occupati: «Ribadiamo la nostra condanna allo svolgimento di elezioni farsa in territorio ucraino». Quindi, un ricordo esplicito viene dedicato ad Alexey Navalny: «L’Italia saluta con favore l’ingresso della Svezia e della Finlandia nella Nato e condanna ogni atteggiamento aggressivo della Russia verso questi Paesi amici così come nei confronti dei paesi baltici. Ribadiamo la nostra condanna ad elezioni farsa nei territori ucraini ed il decesso di Nalvalny il suo nome come simbolo del sacrificio per libertà non sarà dimenticato».
Lo scambio di accuse sulla politica estera
Quando dai banchi dell’opposizione si interpretano queste parole come una presa di distanza dalle parole di questi giorni di Salvini, Meloni risponde così: «Non c’è nulla oltre alla linea politica del governo che non sia votata in aula e portata all’estero. E posso dire senza timor di smentita che il governo in un anno e mezzo ha la stessa posizione e la stessa determinazione come è riconosciuto all’estero ma non in Italia». Insomma, nessuna divisione interna alla maggioranza di governo sul fronte della politica estero. Anzi, aggiunge Meloni, «mi pare che qualche tentennamento sulla politica internazionale ci sia dalle parti delle opposizioni». In particolare, la premier punta il dito contro il Partito Democratico, «che nell’ultima occasione si è astenuto quando si è trattato di votare sull’invio delle armi».
La guerra a Gaza
A proposito della situazione a Gaza, Meloni parte ribadendo come non si possa dimenticare «chi è stato a scatenare questo conflitto. E’ stato Hamas». La premier quindi ha puntato il dito contro le «reticenze» ad ammetterlo che «nascondono un antisemitismo dilagante». Aggiunge che le conseguenze si stanno riverberando su tutto il Medio Oriente: «Il primo pensiero di riconoscenza va all’equipaggio della nave Duilio impegnata nel Mar Rosso. Le minacce degli houti fanno parte di un disegno più vasto dell’Iran. Sappiamo che i maggiori costi sostenuti dalle nostre compagnie di navigazione possono avere un grande impatto sulla nostra economia». L’intesa con l’Egitto è stata un passaggio importante, dice la premier, ma questo non vuol dire che non ci si occupi più del caso dell’omicidio di Giulio Regeni: «Non abbiamo interrotto e non intendiamo interrompere la ricerca della verità sul caso Giulio Regeni» come dimostra il processo che si è avviato e «che il governo segue con molta attenzione e rispetto al quale ci siamo costituiti parte civile».
Foto di copertina: ANSA/Alessandro Di Meo | Giorgia Meloni alla Camera dei deputati (Roma, 19 marzo 2024)