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Alfredo Cospito al 41-bis, la Cassazione respinge il ricorso dell’anarchico

20 Marzo 2024 - 12:04 Alba Romano
L'avvocato Albertini aveva presentato una istanza contro la decisione del Tribunale di Sorveglianza che confermava i rigetti del ministro Nordio sulle richieste di revoca anticipata del carcere duro

Mentre Alfredo Cospito rimane al 41-bis nel carcere di Sassari, la vicenda processuale che lo riguarda, e sulla quale sono puntati gli occhi di larga parte dell’opinione pubblica italiana, va avanti. Martedì 19 marzo, la Corte di Cassazione è stata chiamata a esprimersi sulla decisione del tribunale di Sorveglianza di Roma, che lo scorso 23 ottobre ha respinto l’istanza degli avvocati del detenuto contro i rigetti da parte del ministro della Giustizia Carlo Nordio di due richieste di revoca anticipata del regime del carcere duro. E dunque, in altre parole, ha stabilito che Cospito dovesse rimanere al 41-bis. Dopo una notte di riflessioni, e con il procuratore che aveva chiesto il rigetto del ricorso, la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile l’istanza dall’avvocato Flavio Rossi Albertini (che ha prodotto dodici pagine di argomentazioni per cercare di convincere gli ermellini). Una decisione che non comporta di per sé la permanenza dell’anarchico dal regime del carcere duro, ma esclude il ritorno davanti al Tribunale di Sorveglianza di Roma.

Lo sciopero della fame

Contro il 41-bis, e l’ergastolo ostativo, l’anarchico aveva iniziato uno sciopero della fame durato 6 mesi, interrotto il 19 aprile 2023 dopo che la Corte Costituzionale giudicò illegittimo non considerare eventuali attenuanti per uno dei casi che lo riguarda. Ovvero l’esplosione di due ordigni piazzati nel giugno del 2006 davanti alla caserma dei carabinieri di Fossano (Cuneo), che però non provocò morti né feriti. Una pronuncia che avrebbe potuto fargli ottenere sconti di pena e evitare l’ergastolo. Pochi mesi dopo, infatti, la Corte d’assise d’appello di Torino ricalcolò la pena inflitta al militante in 23 anni di reclusione. Lo sciopero della fame aveva fortemente debilitato il detenuto, portandolo a perdere circa 50 chili.

La sua protesta riuscì tuttavia a ottenere l’attenzione mediatica ricercata, animando accesi dibattiti anche in Parlamento. A ottobre il Tribunale di Sorveglianza spiegò che «è evidente» come la «clamorosa iniziativa» dell’anarchico «abbia infuocato gli animi delle formazioni anarchiche e che soprattutto abbia reso il pescarese una figura di ancor maggiore carisma all’interno del sodalizio». Cospito venne definito un soggetto che «ha dimostrato particolare determinazione e per questo viene rispettato dai suoi sodali». 

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