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Meloni alla Camera accusa il Pd: «Vi siete astenuti sulle armi all’Ucraina». E scoppia la bagarre – Video

La premier abbraccia Salvini: «Contano i voti. Ragazzi, vi vedo nervosi»

E’ più energica di quanto non fosse ieri al Senato, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni che interviene oggi alla Camera in replica al dibattito sulle comunicazioni prima del Consiglio europeo del 21 e del 22 luglio. Soprattutto quando si parla del rapporto con Matteo Salvini e del suo apprezzamento per le elezioni avvenute in Russia. Abbraccia il ministro dei Trasporti quando arriva in aula e poi nell’intervento aggiunge: «Mi si dice di parlare con Orban e con Salvini per chiarire il sostegno all’Ucraina. In entrambi i casi contano le decisioni e i voti. Il governo italiano ha una posizione chiara e in Ue» tra le altre cose «siamo riusciti a garantire la revisione del bilancio pluriennale che consente di sostenere l’Ucraina per i prossimi 4 anni». La conclusione, dice Meloni, è che le ambiguità sono maggiori nel campo largo. E qui aggiunge una frase che scatena la bagarre, anche perché basata su un palese errore: «Mi pare ci sia una questione maggiore nel famoso campo largo. Non parlo solo della posizione molto chiara e cristallina del M5s, ma anche dell’ambiguità di che spiega a noi cosa dobbiamo fare e poi si astiene sull’invio delle armi all’Ucraina». In realtà – a gennaio scorso – il Pd si astenne sulla risoluzione di maggioranza per l’invio di armi all’Ucraina, ma votò una sua mozione in cui si faceva riferimento all’articolo 51 della Costituzione e al diritto alla difesa. La discussione si trasforma in un acceso botta e risposta tra Meloni e i rappresentanti dell’opposizione. Alcuni deputati si alzano in piedi e gridano «non è vero!», lei va avanti invocando un «calma ragazzi vi vedeo nervosi», a quel punto i parlamentari del centrodestra si alzano applaudendo.

Il giudizio su Putin

Ci vuole qualche minuto a tornare al dibattito. Meloni a quel punto aggiunge che «è la Russia a non volere la pace, non noi. Il presidente russo Putin, nel corso dell’ultimo G20 ha sostenuto “noi vogliamo la pace, sono gli altri che non la vogliono” e io ho gli risposto: “guardi se vuole la pace non c’è problema, ritiri le truppe”. Quello che stiamo facendo è propedeutico alla pace. L’equilibrio attuale, che qualcuno chiama stallo, è la precondizione per aprire i negoziati. Le garanzie di sicurezza sono la precondizione a qualunque tavolo».

La situazione a Gaza

Sulla guerra a Gaza, Meloni dice di puntare ad una linea comune al Consiglio europeo: «Siamo contrari ad una azione militare di terra a Rafah, vogliamo continuare a lavorare ad un prolungato cessate il fuoco. Temiamo un crescente isolamento di Israele. Anche nell’interesse di Israele occorre ribadire con chiarezza la nostra contrarietà a un’operazione militare di terra a Rafah che potrebbe avere effetti catastrofici. Mi dispiace, però, di non aver sentito alcun riferimento ai civili israeliani in diversi interventi che ci sono stati in aula». Meloni ribadisce di vedere nel paese «un’ondata di antisemitismo dilagante». E sugli aiuti umanitari: «Siamo contrari a restituire i fondi all’Unrwa ma questo non vuole dire che non stiamo facendo più di un’azione sul piano degli aiuti umanitari».

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