Bologna, scontri studenti-polizia al corteo pro-Palestina. Poi le attiviste salgono sul palco: «Boicottiamo Israele, sosteniamo gli Houthi»
Scontri tra studenti e forze di polizia si sono verificati questo pomeriggio a Bologna, quando il corteo dei collettivi pro-Palestina ha tentato di avanzare in direzione del teatro dove era in corso la cerimonia di apertura dell’anno accademico dell’Università di Bologna, alla presenza anche della ministra Anna Maria Bernini. La polizia, che era schierata per vietare l’accesso a quella zona, è a quel punto intervenuta per respingere l’avanzare del corteo. Alcuni degli attivisti in testa sono stati colpiti con gli scudi ed è volata anche qualche manganellata, mentre dalle file dei contestatori sono partiti sputi e insulti verso i poliziotti. Pochi minuti dopo nuovi scontri, quando i manifestanti hanno cercato di sfondare il cordone di polizia: a quel punto è partita una carica di alleggerimento, mentre i manifestanti lanciavano oggetti come bottigliette d’acqua e perfino un bidone dell’immondizia. Una persona è stata bloccata a terra dalle forze dell’ordine e poi rilasciata, riferisce l’Ansa. Gli studenti hanno intonato cori come «Intifada sempre sarà» e «UniBo devi boicottare Israele». La richiesta cardine dei collettivi – a Bologna come nel resto del Paese – è infatti quella all’ateneo di prendere posizione contro il «genocidio a Gaza», in particolare sospendendo ogni collaborazione scientifica con gli atenei israeliani. Così come hanno chiesto e di fatto ottenuto ieri gli attivisti locali dall’Università di Torino. Scelta quella dell’ateneo piemontese che sembra aver ulteriormente motivato i collettivi che in tutta Italia si mobilitano per azioni di solidarietà con il popolo palestinese, compreso il boicottaggio accademico di Israele.
La teoria dei Giovani Palestinesi
Una delegazione degli attivisti è infine stata fatta entrare alla cerimonia d’apertura dell’anno accademico, ed è stato consentito di intervenire ad alcune ragazze del gruppo dei Giovani palestinesi di Bologna. Sventolando una bandiera palestinese, hanno attaccato la ministra Bernini: «Rappresenta un governo sempre più schierato al fianco dell’entità genocida sionista, tanto da porsi in prima linea nella missione di guerra nel mar Rosso contro gli Houthi e il popolo yemenita che eroicamente sostiene la resistenza del popolo palestinese», hanno detto le ragazze ricordando il caso di Anan Yaeesh, detenuto in Italia, che fino a pochi giorni fa rischiava l’estradizione in Israele. Yaeesh e altri, hanno sostenuto le giovani, sono «partigiani che legittimamente resistono con ogni mezzo inclusa la lotta armata contro l’occupante sionista. Diritto che peraltro è ampiamente riconosciuto dal diritto internazionale ed è giusto e doveroso che da una città medaglia d’oro della Resistenza si chieda la loro immediata liberazione». Passaggio, questo, riferisce l’Ansa, accompagnato da un lungo applauso in platea. Subito dopo, però, si sono levate le contestazioni quando le due ragazze hanno messo nel mirino l’ateneo: «L’Università di Bologna e il suo rettore hanno le mani sporche di sangue, tanto che quando a novembre gli è stato chiesto di pronunciarsi per un semplice cessate il fuoco a Gaza, si sono rifiutati di farlo, adducendo un’assurda pretesa di neutralità». A quel punto il rettore Giovanni Molari le ha interrotte, contestando loro il mancato rispetto degli accordi presi, mentre le contestatrici replicavano: «Fuori degli studenti sono stati manganellati». Molari aveva invece introdotto l’intervento con un «ringraziamento a forze dell’ordine, prefetto, questore e a tutti quelli a cui spetta contemperare la manifestazione del legittimo dissenso col rispetto dell’ordine pubblico».
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