Trump incita i suoi alla rivolta dopo la condanna a pagare 454 milioni: «Vogliono sequestrare i miei beni e farmi fuori, fermateli!»
Donald Trump e i suoi consulenti legali sono «nel panico» in queste ore, dopo che il tribunale di New York gli ha intimato di versare entro pochi giorni una fideiussione da 454 milioni di dollari a garanzia della multa che dovrà pagare quando sarà definitiva la sentenza di condanna per frode per la vicenda degli asset sopravvalutati dalla sua Trump Organization. Lo riporta la Cnn, ribadendo come il team Trump non stia riuscendo a trovare alcuna compagnia assicurativa in grado di coprire quella somma, proprio mentre sono esplose anche le spese per sostenere la campagna elettorale in vista delle presidenziali di novembre. E così ora Trump passa al contrattacco con una trovata delle sue, nel segno di un incitamento alla rivolta dei suoi contro l’odiato «establishment democratico». «È una caccia alla strega, aiutatemi a fermarla: giù le mani dalla Trump Tower!», grida l’ex presidente ricandidato dalle colonne della sua newsletter inviata nel pomeriggio ai suoi agguerriti seguaci. La procuratrice «radicale Democratica Letitia James ha detto di essere pronta a SEQUESTRARE I MIEI BENI, compresa perfino l’iconica Trump Tower. I Democratici pensano di potermi intimidire, di spingermi a lasciare. MA NON MI ARRENDERÒ MAI», urla via newsletter con abbondanza di caratteri maiuscoli il tycoon, ricordando ai fan come «è con voi che ce l’hanno davvero, non con me».
Sfida prima di mezzanotte
Ma in cosa consiste la chiamata alla levata di scudi ai suoi sostenitori. Tecnicamente, nell’invito a rispondere a un sondaggio «preconfezionato» di domande pro-Trump e a firmare prima della mezzanotte americana l’appello di protesta contro l’azione del tribunale di New York alias «caccia alle streghe». Obiettivo: raccogliere almeno un milione di forme di «patrioti pro-Trump». Poi, certo, i toni sono così alti – anche contro il presidente e prossimo sfidante Joe Biden, accusato di «coordinare quest’interferenza elettorale» – che ciascuno leggendo potrebbe interpretare l’invito alla rivolta a modo suo. Non troppo diversamente, tutto sommato, da quanto accadde il 6 gennaio del 2021, quando gli ambigui appelli alla rivolta di Trump finirono con l’incredibile assalto armato al Congresso. Dettaglio non da poco: la prima versione dell’appello odierno alla mobilitazione si concludeva con l’invito a «stare dalla mia parte pacificamente». Ma nella versione andata poi online, Trump coi suoi comunicatori ha scelto di rimuovere quell’avverbio “conciliatorio”. Niente più peacefully, dunque. L’invito resta solo uno: «Stand with me today. We will make America great again!». E ciascuno lo interpreti pure come meglio crede.
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