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WSJ: «Accordo possibile con gli USA su Julian Assange». L’ipotesi di dichiararsi colpevole per cattiva gestione di informazioni riservate

20 Marzo 2024 - 21:21 Redazione
Si tratterebbe di un reato minore, con meno anni di pena. Sono in corso colloqui tra i funzionari del Dipartimento di Giustizia e gli avvocati dell'uomo di Wikileaks da settimane ma gli esiti non sono scontati

Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti sta valutando se consentire a Julian Assange di dichiararsi colpevole per cattiva gestione di informazioni riservate, aprendo così la possibilità di un accordo che potrebbe eventualmente portare al suo rilascio da una prigione britannica A parlarne è il Wall Street Journal. Assange sta cercando di evitare di essere estradato negli Stati Uniti e affrontare un processo per aver pubblicato migliaia di documenti militari riservati e dispacci diplomatici statunitensi intorno al 2010. Dopo che i pubblici ministeri statunitensi lo hanno accusato nel 2019, le forze dell’ordine inglesi lo hanno arrestato e da allora si trova in carcere a Londra.

L’ipotesi della pena ridotta, tutte le opzioni in campo

Funzionari del Dipartimento di Giustizia e gli avvocati di Assange hanno avuto discussioni preliminari negli ultimi mesi su un eventuale patteggiamento. I colloqui avvengono mentre Assange ha trascorso circa cinque anni dietro le sbarre. Qualsiasi accordo richiederebbe l’approvazione ai massimi livelli del Dipartimento di Giustizia e – sostiene la testata americana – il loro esito positivo non è affatto scontato. Se i pubblici ministeri permettessero ad Assange di far valere l’accusa statunitense di cattiva gestione di documenti riservati si tratterebbe di un reato minore. In base a un simile accordo, Assange potrebbe potenzialmente presentare tale richiesta da remoto, senza mettere piede negli Stati Uniti. E il tempo trascorso dietro le sbarre a Londra conterebbe ai fini di qualsiasi condanna americana. Intanto è prevista tra qualche settimana la decisione dell’Alta Corte britannica sull’appello fatto dall’attivista contro la sua estradizione negli Stati Uniti. Chelsea Manning, l’ex analista dell’intelligence dell’esercito americano condannata per aver divulgato segreti governativi a WikiLeaks, ha scontato sette anni di prigione. Esperti legali hanno affermato che qualsiasi possibile condanna per Assange sarebbe probabilmente inferiore a quella scontata da Manning.

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