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Hanno sequestrato almeno 10 milioni di euro a Marcello Dell’Utri

21 Marzo 2024 - 12:21 Redazione
Il provvedimento è stato disposto dal gip di Firenze dalla procura distrettuale antimafia di Firenze

Sono stati sequestrati beni per oltre 10 milioni di euro a Marcello Dell’Utri: il provvedimento è stato disposto dal gip di Firenze dalla procura distrettuale antimafia di Firenze. Dell’Utri, secondo l’accusa, condannato per concorso esterno in associazione di tipo mafioso, avrebbe dovuto comunicare secondo la legge Rognoni Latorre, le variazioni del reddito per un ammontare di oltre 42 milioni e mezzo. Non avendolo fatto è scattato il sequestro preventivo. Una parte degli oltre 42 milioni non dichiarati, secondo la Procura, sono i bonifici che l’allora leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, versò a Dell’Utri una volta condannato con decisione passata in giudicato, a seguito della sentenza della Corte di Cassazione del 9 maggio 2014, e depositata il 1° luglio 2014, per il reato di concorso esterno nel delitto di associazione di tipo mafioso. Non si trattano, è bene specificarlo, dei 30 milioni che il Cav lasciò in eredità all’ex senatore. Tra il 19 maggio 2021 e il 22 maggio 2023 Berlusconi inoltrò 10 bonifici del valore di 90mila euro l’uno all’ex senatore con causale «Donazione di modico valore», e un altro di 20mila euro a titolo di rimborso. Nel flusso di denaro sotto la lente della Dda di Firenze anche alcuni prestiti infruttiferi, a scadenza di 6 anni e senza rate, erogati più per un totale di 10,5 milioni da Berlusconi a Miranda Ratti, moglie di Dell’Utri, dal 2016 al 2020.

«Omessa variazione patrimoniale»

Secondo quanto riporta una nota della Dda, a firma del procuratore Filippo Spiezia, l’ex senatore avrebbe omesso di «comunicare, entro i termini stabiliti dalla legge, le variazioni patrimoniali per un ammontare complessivo di 42.679.200 euro». Il provvedimento del Gip dispone «il sequestro preventivo in forma diretta, sino alla concorrenza della somma di 10.840.451,72 euro riconducibile a Marcello Dell’Utri, nonché, per la quota parte di 8.250.000,00 euro della somma complessivamente suindicata (42.679.200 euro, ndr), anche indirettamente riconducibile al predetto, per il tramite di Miranda Anna Ratti, ovvero per equivalente sui beni nella disponibilità diretta e indiretta di Marcello Dell’Utri». L’indagine in cui risulta emessa la misura cautelare «si inserisce nel quadro di procedimento penale oggetto di un più ampio coordinamento investigativo, portato avanti, in ambito nazionale, dalla Direzione Nazionale Antimafia, finalizzato all’individuazione dei mandanti esterni delle stragi continentali del 1993-1994». «Sono stati condotti vari accertamenti concernenti i flussi finanziari che hanno riguardato Marcello Dell’Utri dal 2014 ad oggi. Secondo quanto sin qui emerso, questi, pur essendovi tenuto, in quanto condannato con decisione passata in giudicato, a seguito della sentenza della Corte di Cassazione del 9 maggio 2014, per il reato di concorso esterno nel delitto di associazione di tipo mafioso, ometteva di comunicare, entro i termini stabiliti dalla legge, le variazioni patrimoniali indicate nell’art. 30 della legge n.646/1982 per l’ammontare sopra indicato, per come rideterminato dal giudice delle indagini preliminari», riporta il comunicato.

Respinta a Palermo la richiesta di confisca

Il 13 marzo la Cassazione ha confermato il no alla confisca dei beni di Dell’Utri e alla richiesta di sorveglianza speciale inoltrata dalla Procura di Palermo, in un procedimento iniziato nel 2020, accogliendo la decisione del Tribunale. Dopo un primo rifiuto dei giudici, che rimandarono le carte ai pm, l’ufficiò della Procura inoltrò nuovamente le richieste, ritenendo l’ex senatore «socialmente pericoloso» e spiegando come parte del suo patrimonio fosse sproporzionato rispetto ai suoi redditi conosciuti. Il 29 settembre 2023 il tribunale ha nuovamente rigettato le richieste, sostenendo come non fosse stata dimostrata la provenienza illecita dei beni dell’ex manager di Publitalia e della sua famiglia. Il provvedimento di rigetto è stato depositato il 13 marzo scorso.

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