Caso Ramadan, Sala si schiera con la scuola di Pioltello: «È stata una scelta di buon senso». Valditara insiste: «Le regole vanno rispettate»
«Una decisione anche solo di buon senso». Il sindaco di Milano Giuseppe Sala interviene sulla decisione, contestata da giorni, di chiudere la scuola Iqbal Masiq di Pioltello in occasione della fine del Ramadan. Sollecitato sulla polemica, a margine dell’evento «Milano Smart», il primo cittadino ha replicato: «Mi spiace che sia stata contestata ma non è politica, è organizzazione. Se molti degli alunni sarebbero a casa, capisco la decisione». Sulla stessa linea la sindaca di Pioltello, Ivonne Cosciotti. «A Pioltello ci sono 80 etnie diverse. Io non la limiterei semplicemente al discorso islamico sì, islamico no. Noi abbiamo gente che arriva da tutto il mondo, e quindi per noi l’integrazione è una cosa proprio ad ampio spettro», ha detto intervistata ad Agorà su Rai3.
Valditara insiste: «Le regole vanno rispettate. Ma ho una proposta»
Dal ministero dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara insiste. «La legittimità delle decisioni si giudica in base al rispetto delle regole che pone l’ordinamento. La Regione Lombardia consente tre giorni di deroga al calendario scolastico regionale. Gli ispettori e l’ufficio scolastico lombardo hanno accertato che il provvedimento di sospensione delle lezioni assunto dalla scuola di Pioltello non era motivato e che la sospensione delle lezioni è stata concessa 4 giorni, cioè un giorno in più rispetto al consentito», dichiara in un’intervista a Il Giornale. Da qui, ribadisce, la richiesta di annullare la delibera. D’altronde, il dirigente su questo è già intervenuto annunciando che rivedranno la delibera del giorno extra e ci sarà un nuovo consiglio di istituto. «La legge chiarisce che non spetta all’autonomia delle scuole fissare nuove festività. Altrimenti regnerebbe il caos», aggiunge. «Una decisione saggia – propone il ministro – sarebbe quella di tenere la scuola aperta e dedicare il 10 aprile all’approfondimento dei temi oggetto di questo dibattito e al confronto tra religioni per sviluppare un dialogo costruttivo. Ecco, questa secondo me sarebbe una reale educazione alla cittadinanza».
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