Roberto Vecchioni e le proteste dei giovani: «Gli adulti vogliono reprimerle perché non le capiscono»
Roberto Vecchioni difende i ragazzi che scendono in piazza. In un’intervista rilasciata a La Stampa il professore spiega che «prima di tutto non esiste che i ragazzi non possano manifestare di fronte alle istituzioni, ai palazzi del potere, alle forze dell’ordine. L’unico limite da non oltrepassare è quello della violenza nelle manifestazioni. Ma negli ultimi casi non c’è stata nessuna violenza». Vecchioni dice che secondo lui «la libertà di espressione deve essere assoluta e ripeto, l’unico limite deve essere l’uso della violenza. Ma non ce ne sono altri. Deve essere assolutamente garantita la possibilità, la capacità e l’immediatezza di poter dire la propria opinione davanti a tutti. E non soltanto la nostra Costituzione a garantirlo, che sarebbe già abbastanza, ma una morale molto più alta: dal fatto che siamo liberi per nascita, oltre che per che per civiltà».
Le regole
Per Vecchioni è «importante che ogni protesta abbia delle regole. Anche se a dirla, che cosa strana che è questa. Ma non è vero che la protesta debba per forza essere anarchica. Di per sé la protesta deve avere delle precise regole. Usiamo pure la parola educazione, perché l’educazione di una protesta serve a farla bene, a portarla a un risultato». Mentre gli adulti vogliono reprimerle «perché i giovani si esprimono con un loro linguaggio, con il loro modo di comunicare e non tutti hanno la capacità e la disponibilità ad ascoltare. I ragazzi vivono spesso con una grande rabbia dentro, con un bisogno spaventoso di comunicare. Anche se alcuni sembrano ostentare di avere già tutte le risposte, in realtà vivono con tantissime domande dentro che cercano una risposta».
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