Chi c’è dietro la strage di Mosca, Kiev nega ogni coinvolgimento. Le accuse sulla «provocazione» di Putin e i sospetti del Cremlino
Da Kiev arriva netta la presa di distanza dalla strage alla Crocus city hall di Mosca, con l’ufficio di presidenza di Volodymyr Zelensky che assicura di «non avere nulla a che fare» con l’attacco alla periferia della capitale russa da parte di un commando di uomini in mimetica che hanno fatto fuoco sulla follo con armi automatiche. A ribadire l’estraneità di Kiev è stato anche il consigliere di Zelensky, Mykhailo Podolyak: «L’Ucraina non ha mai utilizzato metodi di guerra terroristici». Per Kiev «è importante condurre operazioni di combattimento efficaci, azioni offensive per distruggere l’esercito regolare russo». E lo stesso ha fatto da subito Washington, con il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby che ha dichiarato: «Non c’è alcun segno al momento del coinvolgimento dell’Ucraina o di ucraini nella sparatoria a Mosca».
Le accuse al Cremlino
Negano di essere coinvolti anche i Volontari russi della Rvc, l’unità paramilitare che combatte a sostegno delle forze ucraine al confine tra Russia e Ucraina. E lo stesso ha fatto la Legione russa della Libertà, il gruppo di combattenti che spesso ha messo a segno incursioni lungo il confine con la Russia: «La Legione non combatte i civili russi», ha detto il gruppo di su Telegram puntando il dito contro il Cremlino e il «regime terroristico di Putin» che avrebbe «preparato questa sanguinosa provocazione». Accusa che già era partita dall’intelligence del ministero della Difesa ucraina, con il portavoce Andriy Yusov che a Ukrainska Pravda ha parlato di una «provocazione deliberata da parte dei servizi speciali di Putin, dalla quale la comunità internazionale aveva messo in guardia. Il tiranno del Cremlino ha iniziato la sua carriera con questo e vuole finirla con gli stessi crimini contro i suoi stessi cittadini».
I sospetti su Kiev
Tra i primi a sollevare il sospetto che ci possano essere gli ucraini dietro la strage di Mosca è stato il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitry Medvedev, che ha minacciato Kiev: «La Russia ucciderà i leader ucraini se sono coinvolti nell’attentato a Mosca. Se fosse accertato che dietro ci sono terroristi del regime di Kiev… dovranno essere tutti trovati e uccisi senza pietà. Compresi i leader dello Stato che ha commesso tali atrocità». Sospetti rilanciati anche dalla portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, che dopo le dichiarazioni dagli Stati Uniti sull’estraneità di Kiev ha attaccato: «Quali ragioni hanno i funzionari di Washington per dire che qualcuno non è coinvolto nella tragedia? Se gli Stati Uniti hanno o avevano dati affidabili al riguardo, questi dati devono essere immediatamente condivisi con la parte russa. E se non ha informazioni, la Casa Bianca non ha il diritto di pronunciare assoluzioni nei confronti di nessuno».