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A Mosca è il giorno del lutto. Commemorazione al Crocus City Hall. Putin accende una candela, ma quali saranno le sue prossime mosse?

Per ora, assicurano fonti diplomatiche, nessuna mobilitazione per l'Ucraina e nemmeno una dichiarazione di guerra formale. Ma resta alta la tensione con gli Stati Uniti

Oggi la Russia ha osservato una giornata di lutto nazionale per le vittime dell’attacco al Crocus City Hall. Nessun evento pubblico, bandiere a mezz’asta, incluse quelle delle ambasciate europee e quella americana. Ma mentre l’Isis K continua a diffondere video dell’attentato per ribadire la loro responsabilità nel massacro di oltre 130 persone il Cremlino non persegue la pista islamica. Nei media ufficiali le immagini diffuse dall’agenzia Amaq dell’Isis non vengono pubblicate. Finora sono quattro gli arrestati con l’accusa di essere gli autori della strage. Sono stati bloccati nella regione di Bryansk mentre, secondo quanto dichiarato nel suo discorso televisivo alla nazione dal presidente Vladimir Putin, cercavano di raggiungere il confine con l’Ucraina. Sono interrogati in modo “formale” nella sede del Comitato investigativo federale a Mosca. Rischiano l’ergastolo.

Una commemorazione per il Crocus City Hall a Krasnogorsk, Foto Ansa/EPA/MAXIM SHIPENKOV

Scontro con gli USA. «Ogni parola che giustifica Kiev dovrebbe essere considerata come una prova»

Oggi gli Stati Uniti, tramite la vicepresidente Usa Kamala Harris, hanno ribadito L’estraneità di Kiev dietro l’attentato. Parole a cui ha replicato netta la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, secondo la quale, «finché l’inchiesta non sarà completata, ogni frase da Washington che giustifichi Kiev dovrebbe essere considerata come una prova». Davanti alle macerie del Crocus City Hall è stato allestito un memoriale con fiori e candele. Sull’edificio è stato installato un maxi schermo con la scritta “Crocus City Hall. 22/3/2024. Siamo in lutto“.

Le prossime mosse di Putin

Il presidente russo Vladimir Putin, fresco di riconferma elettorale, è stato ripreso oggi in preghiera. Ma oltre al ricordo delle vittime il numero uno del Cremlino ha dialogato con il presidente del Tagikistan. Nella conversazione i due paesi sottolineano che «i servizi di sicurezza della Russia e del Tagikistan stanno lavorando a stretto contatto per contrastare il terrorismo e che questo lavoro sarà intensificato». D’altronde gli assalitori avevano tutti i passaporti tagiki. A dispetto delle previsioni non ci sarà una ulteriore mobilitazione generale nella guerra contro Ucraina e nemmeno una dichiarazione di guerra formale. «Anche dopo il terribile attentato terroristico bisogna essere sempre calmi e prudenti» ed evitare una escalation, ha detto il nostro ministro degli Esteri Antonio Tajani, invitando Mosca a «non strumentalizzare» la strage. Intanto nel paese la tensione rimane alta. Oggi è stato evacuato per un allarme bomba un grande mall a San Pietroburgo mentre a Erevan, capitale dell’Armenia, tre uomini armati hanno attaccato una stazione di polizia per ragioni ancora tutte da chiarire.

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