La foto di Antonio Decaro con la sorella del boss Capriati: «Smentisce il sindaco di Bari». Ma è di un anno fa
Nei giorni scorsi il ministro degli Interni Matteo Piantedosi ha nominato una commissione per valutare il commissariamento del comune di Bari. Il sindaco Antonio Decaro ha contestato la decisione del Viminale. E ha rivendicato il suo impegno antimafia. Durante la manifestazione di solidarietà del Partito Democratico pugliese il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha raccontato l’aneddoto di una visita a una sorella del boss Antonio Capriati all’epoca in cui Decaro era assessore. Decaro aveva ricevuto minacce per la decisione di chiudere al traffico Bari Vecchia. E così, ha raccontato il governatore, lui e l’attuale primo cittadino di Bari sono andati a fare visita a una sorella del boss Capriati per «affidare» l’assessore, cioè per proteggere la sua sicurezza. Una circostanza smentita da Decaro. Ma oggi Il Giornale e La Verità pubblicano uno scatto che lo ritrae proprio con la sorella di Capriati.
Un anno fa
Lo scatto, preso da Facebook, non risale però all’epoca dei fatti raccontati da Emiliano e smentiti da Decaro. È invece di un anno fa. La donna che si vede a sinistra, scrive il quotidiano di Maurizio Belpietro, si chiama Elizabeth. E ieri al Tg1 un’altra sorella di Capriati, Lina, ha smentito l’incontro descritto da Emiliano. Intervistata tra i vicoli di Bari Vecchia da Leonardo Zellino che le chiede se sia vero che l’attuale sindaco sia andato a casa sua con Emiliano, la signora ribadisce: «Mai, mai è successo, mai visto Decaro con Emiliano, quando mai è venuto Decaro qui». Dalla casa esce un’altra donna della famiglia e dice: «Noi se andiamo da Decaro manco ci accetta. Come fa a dire che questa persona ci conosce?». Quindi da una parte c’è la smentita da parte di una sorella del boss, dall’altra la foto che però non è stata pubblicata all’epoca dei fatti raccontati da Emiliano.
La smentita della sorella
Decaro è stato infatti assessore di Emiliano a partire dal 2004. Dopo un tentativo di correre per la Camera non andato a buon fine, è stato eletto consigliere regionale nel 2010 con più di 14 mila preferenze. «Per quanto attiene a quell’episodio in particolare, di quasi venti anni fa, Emiliano non ricorda bene. È certamente vero che lui mi diede tutto il suo sostegno, davanti alle proteste di buona parte del quartiere, quando iniziammo a chiudere Bari Vecchia alle auto, ma non sono mai andato in nessuna casa di nessuna sorella», ha detto ieri Decaro.
«Dopo qualche diverbio con alcuni residenti, un giorno, mentre entravamo nella Cattedrale, incontrammo alcuni ragazzi in piazza, anche loro parecchio ”scettici” sulle nuove regole, che cominciarono a inveire contro di me. Michele disse loro di lasciarmi in pace perché dovevo lavorare per i bambini del quartiere. La signora in questione invece, come raccontarono le cronache dell’epoca, la incontrai per strada, molto tempo dopo la chiusura al traffico, e ci litigai perché non si rassegnava all’installazione delle fioriere che impedivano il transito delle auto», ha aggiunto.
L’arresto di Capriati
L’arresto di Antonio Capriati risale al 2006. Il boss, iniziato alla carriera criminale da Raffaele Cutolo, aveva messo su un clan autonomo ma con collegamenti con la Sacra Corona Unita. La sua organizzazione imponeva il pagamento del pizzo agli esercizi commerciali e trafficava in droga. Si era imposta sul clan rivale dei Striscuglio e uno dei dettagli più importanti è che all’epoca dieci donne vennero accusate di far parte dell’organizzazione: “lavoravano” nei periodi in cui i mariti erano in carcere. Proprio la moglie di Capriati teneva la cassa dell’organizzazione e coordinava le altre donne. La retata dell’epoca portò a 40 arresti e al sequestro di beni per 50 milioni di euro.
La mimica del video
Ieri il centrodestra ha chiesto a più riprese la convocazione di Emiliano e Decaro in Commissione Antimafia. Segnalando che durante il racconto dell’aneddoto da parte di Emiliano, come si vede dal video, Decaro sorrideva senza problemi. Questo darebbe prova della falsità della sua smentita. «Su queste cose bisogna essere assolutamente precisi. Innanzitutto è bene ricordare il contesto. C’era un magistrato antimafia appena eletto sindaco in un quartiere, come quello di Bari Vecchia, abituato da sempre al parcheggio selvaggio nella totale illegalità. Immaginatevi quali potessero essere le reazioni davanti a un giovane assessore che si permetteva di entrare nel quartiere per rivoluzionare completamente le consuetudini, a partire dalla mobilità, pedonalizzando buona parte delle strade e installando le telecamere sui varchi di accesso», ha ricordato ieri Decaro.
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