Putin ammette: «L’attentato di Mosca è stato compiuto da estremisti islamici». Ma non molla ancora la pista ucraina
La strage di Mosca dove sono state uccise oltre 130 persone «è stata commessa da estremisti islamici». Ad ammetterlo è il presidente russo Vladimir Putin, citato da Ria Novosti. «È assolutamente chiaro che il terribile crimine al Crocus City Hall è stato un atto intimidatorio. La domanda è chi ne trae vantaggio e ne beneficia», ha sottolineato. Pu affermando che l’attacco a Mosca è stato eseguito da terroristi radicali islamisti, il presidente della Federazione russa ha evocato nuovamente una responsabilità ucraina. «Dobbiamo rispondere alla domanda perché i terroristi cercavano di andare in Ucraina e chi li aspettava là», ha detto Putin, citato da Ria Novosti. La strage è stata «un’intimidazione alla Russia e sorge la domanda chi abbia beneficiato di questo», ha aggiunto, accusando inoltre gli Stati Uniti di «cercare di convincere tutti» che Kiev non ha avuto alcun ruolo. Durante l’attacco terroristico alla sala concerti «la società russa ha dimostrato una reale unità», ha continuato Putin. «In questo momento difficile, la nostra società ha dato un esempio di vera solidarietà, unità, sostegno reciproco», ha concluso.
«La controffensiva ucraina è fallita, andiamo avanti»
Sull’invasione russa in Ucraina, Putin ha inoltre sottolineato come «la controffensiva di Kiev è fallita». Per il presidente russo «tutti i tentativi dell’Ucraina di stabilizzare il fronte falliscono – ha aggiunto -. La Russia va avanti nell’operazione militare speciale». Putin ha poi ribadito che in Ucraina è nata una nuova «gioventù hitleriana».
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