Roma, la truffa dell’olio extravergine nei ristoranti: «Qui l’hanno comprato tutti»
La truffa dell’olio extravergine nei ristoranti di Roma conta attualmente 40 indagati. Decine di ristoratori hanno acquistato olio di semi miscelato con beta-carotene e clorofilla. Identico alla vista all’originale e con un sapore simile, è in realtà adulterato e pericoloso per la salute. La procura ha individuato i produttori in Puglia, gli spacciatori nella Città Eterna e gli acquirenti tra i gestori dei locali. Il reato contestato è frode in commercio per i produttori e ricettazione per i gestori. Ristoranti e gastronomie sono stati individuati vicino al Senato, alla Fontana di Trevi, a Testaccio, Trastevere e a Fiumicino. Oltre che ai Castelli Romani e in due supermercati. L’olio costava 3 euro al litro contro i 9 del vero extravergine.
Come funziona
L’edizione romana di Repubblica racconta che la base è l’olio di semi corretto con beta-carotene (per mascherare il sapore) e clorofilla (per modificarne il colore). Il liquido viene imbottigliato con etichette come “extravergine made in Italy”. L’olio di semi utilizzato è della qualità più bassa, non tracciato e di provenienza ignota. Finisce nei laboratori conservato in chissà quali recipienti e viene pagato a prezzi ancora più bassi. E il quotidiano racconta anche le reazioni dei ristoratori all’inchiesta. C’è chi ne ha acquistati 80 litri: «Questa ersona è passata al ristorante e mi ha proposto il suo olio. Chiaramente non lo conoscevo e non l’ho più visto. L’olio, a suo dire, era di una cooperativa e noi ci siamo fidati. Non ricordo quanto lo avessi pagato, credo 5,50 euro al litro. Era un buon prezzo per un extravergine». E ancora: «In ogni caso era un olio che usavamo solo per la cucina. L’ho mangiato anche io, questo a dimostrazione della buona fede. Non è successo nulla nessuno si è mai sentito male».
Noi ingannati
Un altro titolare di locale spiega di sentirsi una vittima: «Noi dobbiamo pensare di lavorare e di dar da lavorare agli operai. Io devo risparmiare perché altrimenti non guadagno. E se non guadagno come le pagano 12 persone che lavorano qui? Lavoriamo dalla mattina alla sera, puliamo la strada e la teniamo in ordine, aiutiamo la polizia e i turisti quando vengono derubati. Abbiamo sbagliato. Ma questi sono errori in cui può cadere anche la grande o media distribuzione. Qui tutti hanno comprato quell’olio, anche il bar del ministero. Come facevamo a sapere che l’olio era contraffatto?».
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