Il caso di Beatrice Venezi non si chiude qui. I musicisti sospesi pronti a fare ricorso
Il caso di Beatrice Venezi, direttrice d’orchestra criticata da alcuni musicisti dell’Orchestra sinfonica siciliana durante i suoi concerti al Politeama, non è chiusa. Ieri il sovrintendente Andrea Peria ha sospeso i tre musicisti rei di aver creato dissensi nei confronti della Venezi, molto stimata dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e dal ministro Sangiuliano (di cui è stata consulente). I dipendenti annunciano ricorso. Sette giorni senza stipendio a due dei dissidenti (Luciano Saladino, violinista, e Claudio Sardisco, flautista, dal 17 al 24 marzo), mentre una collega (Ivana Sparacio, violinista) subirà un solo giorno di stop.
La loro colpa, secondo il sovrintendente, è quella di aver violato i doveri contrattuali di correttezza e diligenza. Se insomma c’è da lamentarsi si fa per strade interne, non sui giornali. Per ora i sindacati non si sono espressi, ricostruisce Repubblica Palermo, ma la questione sta diventando politica. «È un provvedimento scandaloso – attaccano i 5 stelle Luca Pirondini e Dolores Bevilacqua – che non può essere accettato e che dimostra la concezione ignobile della cultura che esprime questo governo. Un governo che è andato ben oltre l’amichettismo, colpendo deliberatamente chi osa contestare gli amichetti del capo».
La richieste (inascoltate) del sovrintendente
Subito dopo le dichiarazioni fatte dai musicisti sui giornali il sovrintendente della Foss aveva chiesto, secondo quanto riportato dall’edizione palermitana di Repubblica, un confronto immediato con gli orchestrali ribelli. Non solo, ha preteso che “le prime parti” ovvero i leader di ogni settore musicale della Sinfonica prendessero le distanze dalle dichiarazioni dei loro colleghi. Quattro di loro si sono rifiutati perché i colleghi avevano dichiarato aspetti «perfettamente corrispondenti alla realtà». Oggi, i musicisti puniti tornano al lavoro dopo lo stop di una settimana. C’è da provare “Le sette ultime parole del nostro Redentore sulla croce”, spiega Repubblica. Ma la via Crucis sul caso sembra proseguire.
Il parere del legale: «Un provvedimento che viola la libertà di pensiero»
Secondo l’avvocato Francesco Leone, dello studio “Leone, Fell & C”, specializzato in diritto amministrativo e del lavoro, la decisione è «un atto gravissimo». «Un provvedimento che viola la libertà di pensiero e di critica, una sanzione spropositata che non rispetta i diritti sindacali dei lavoratori», spiega a Repubblica. Tra l’altro una decisione attaccabile su più fronti. «Un conto – precisa il legale – è esprimere giudizi che ledono l’onorabilità della persona o in qualche modo la calunniano o la diffamano. Un altro è esprimere un parere meramente tecnico sul modo di condurre un’orchestra. Dalle dichiarazioni riportate dalla stampa viene fuori una critica di tipo tecnico. E questo avviene in un contesto in cui la direttrice era stata criticata anche dalla stampa, che aveva interpellato il pubblico, raccogliendo pure pareri negativi».
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