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Dossieraggio a vip e politici, Striano alle Iene: «40mila accessi? Vi spiego come funziona». Perché aveva indagato su Fedez

26 Marzo 2024 - 19:50 Redazione
Pasquale Striano a Le Iene
Pasquale Striano a Le Iene
Il finanziere prova a scagionare il pm antimafia Antonio Laudati, che secondo lui a parte pochi casi non gli ha «mai chiesto niente»

«Male non fare paura non avere» dice il tenente della Guardia di Finanza Pasquale Striano, intervistato dalle Iene in onda oggi 26 marzo. Il finanziere indagato dalla procura di Perugia assieme al pm della Direzione nazionale antimafia, Antonio Laudati, sulla presunta attività di dossieraggio, prova a difendersi al microfono di Gaetano Pecoraro, che con Alessandra Frigo per la prima volta intervista in Tv il finanziere. «Come potrei essere condannato per “dossieraggio” – dice Striano – che non so neanche che parola è? Po dimostrerò che esisteva un grande investigatore che lo volete far passare per uno che lavora alla carlona». Però il «lavoro alla carlona – aggiunge Striano – è quando poi i risultati che ha dato sono alla carlona pure quelli. Tu o sei alla carlona o sei un buon investigatore».

Le domande senza una risposta chiara sulle numerose ricerche fatte da Striano sono ancora tante. Un’attività che il procuratore di Perugia, Raffaele Cantone, a proposito del numero di accessi ai vari database da parte di Striano li aveva definiti «mostruosi e inquietanti». Diversi i personaggi dello spettacolo e dello sport, da Fedez a Massimiliano Allegri, oltre che politici, come il ministro Guido Crosetto, da cui è partita la segnalazione che ha fatto partire l’inchiesta.

Le richieste di Laudati

I dubbi sull’attività di Striano sono in particolare legati a un possibile mandante e alle richieste che il pm Laudati gli avrebbe fatto. Richieste che alla Verità lo scorso 16 marzo aveva confermato. Ma alle Iene il finanziere sembra cambiare versione: «Anche lui poteva difendere di più la baracca – dice Striano – ma lo difenderò fino alla morte perché a me Laudati non ha mai detto “guarda questo e guarda quell’altro”». Il finanziere sembra in parte contraddirsi a proposito del modus operandi con il pm antimafia: «Fare ricerche senza che me lo chiedesse? Ma che stai scherzando… a me Laudati non mi ha mai chiesto, a parte in quei pochi casi ben dettagliati».

A proposito dei 40mila accessi ai database che vengono attribuiti a Striano e del fatto che agiva per ordine di Laudati, il finanziere insiste: «Sicuramente questa è una cazzata. È fuorviante il dato, il mio lavoro è leggere le segnalazioni. Se tu accedi a una segnalazione e te ne porta altre dieci, tu hai accesso a 3mila segnalazioni in un giorno. Gli input più importanti mi venivano da fuori, dall’amico giornalista e dal collega. Niente di illegale».

Le ricerche su Fedez

Striano sembra confermare l’ipotesi che le sue ricerche fossero frutto anche della curiosità, dopo aver letto qualche notizia online o sui giornali. Come nel caso di Fedez: «Lui non me lo ricordo, può essere stata una mia curiosità. Se tu mi vuoi condannare perché ho guardato Fedez, ci metto la firma subito. Avrò letto una notizia e ho verificato delle cose».

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