In Evidenza Legge di bilancioOpen ArmsTony Effe
POLITICAElezioni europee 2024EUtopiaM5SParlamento europeoUnione europeaVirginia Raggi

Le regole del M5s per le autocandidature alle Europee, il colloquio sulle lingue e lo stop agli eletti: così Virginia Raggi è fuori

26 Marzo 2024 - 20:01 Ugo Milano
Tra le norme anche un colloquio per verificare le competenze linguistiche e visionare la documentazione relativa a contributi superiori a 5mila euro percepiti da governi e enti pubblici di Stati esteri

Il M5s ha aperto le auto-candidature per le elezioni Europee 2024. I pentastallati, stando alle regole pubblicate sul sito, potranno proporsi a partire da oggi, martedì 26 marzo, fino alle ore 20 del prossimo 2 aprile. Ciò che salta all’occhio è l’articolo 3, comma l del regolamento: chi vuole candidarsi «non deve ricoprire attualmente  – si legge – una carica elettiva, salvo che la stessa non abbia scadenza nell’anno 2024 o che si tratti di consigliere comunale, circoscrizionale o municipale in carica indipendentemente dalla scadenza del suo mandato; non deve avere svolto due mandati; è escluso dal conteggio del limite dei due mandati elettivi un mandato da consigliere comunale, circoscrizionale o municipale, in qualunque momento svolto». Tradotto: niente via libera per Virginia Raggi a Bruxelles. Come ricorda la Repubblica, l’ex sindaca di Roma è consigliera comunale, quindi rientra nella prima eccezione. Ma non nella seconda poiché Raggi oggi sta svolgendo un terzo mandato (due da consigliera comunale, uno da prima cittadina). «Se in futuro dovessero mai esserci delle deroghe alla regola del secondo mandato, e non è detto, le annunceremmo con la dovuta importanza, non le nasconderemmo con qualche codicillo», dicono al giornale romano dalla sede del Movimento.

Le novità

Nel regolamento ci sono, però, altre novità. Per autocandidarsi vengono richiesti i documenti che attestino «contributi, prestazioni, controprestazioni o altre utilità percepiti di valore complessivo superiore a 5000 euro in ragione d’anno erogati, direttamente o indirettamente da governi o da enti pubblici di Stati esteri o da persone fisiche o giuridiche aventi sede in uno Stato estero». Ma non solo: i candidati alle Europee dovranno, inoltre, «dichiarare un livello di conoscenza, sia scritto che parlato, di una delle lingue straniere maggiormente utilizzate nell’ambito dei rapporti all’interno del Parlamento europeo». Competenze, queste, che potranno essere oggetto di «un colloquio teso a verificare la veridicità delle dichiarazioni rese», scrivono i 5 stelle.

Foto copertina: ANSA/Riccardo Antimiani

Leggi anche:

Articoli di POLITICA più letti