Roma, cadavere al parco dell’Insugherata: «È il regista Philip Rogosky, scomparso da gennaio»
Era uscito di casa il 19 gennaio scorso e non aveva più fatto ritorno. Poi le segnalazioni, gli avvistamenti, i pantaloni trovati su una panchina di via Flaminia. Ma di Philip Rogosky, 56enne organizzatore di produzione cinematografica di origine tedesca, non si avevano più notizie da allora. Dopo 86 giorni però, la scoperta di un cadavere nel parco dell’Insugherata, nel nord di Roma, potrebbe dare una svolta tragica alla vicenda. Del caso si era occupata anche la trasmissione Chi l’ha visto?, che dai suoi profili ufficiali dà notizia del ritrovamento del corpo e lo collega al caso di scomparsa: «Suo il corpo rinvenuto nella Riserva Naturale dell’Insugherata, zona Cassia. Condoglianze ai familiari e alla moglie, che aveva lanciato per lui appelli a Chi l’ha visto? e ringrazia tutti». La polizia, che si sta occupando delle indagini, frena e smentisce qualsiasi collegamento. Ogni valutazione verrà fatta solo dopo l’esito del test del dna, pertanto nel frattempo non verranno neanche convocati i familiari per il riconoscimento del corpo, che è stato trovato in avanzato stato di decomposizione.
March 25, 2024
Il cadavere all’Insugherata
Sabato 23 marzo, nella Riserva naturale dell’Insugherata, è stato scoperto un cadavere in un angolo del parco. Secondo chi indaga sul ritrovamento, la pista più probabile è quella del suicidio. La persona deceduta aveva una busta di plastica legata intorno alla testa, con un tubo collegato a una bombola di gas elio che potrebbe aver inalato fino a morire. La polizia ha disposto l’autopsia per chiarire le cause della morte, probabilmente per soffocamento, e sta cercando di verificare dove è stata acquistata la bombola. Nel frattempo sono state ascoltate le persone che hanno segnalato la presenza del cadavere. Il quale indossava un giaccone identico a quello in possesso del manager cinematografico.
La scomparsa di Rogosky
Come aveva raccontato alle telecamere di Chi l’ha visto? Sara, la compagna, quel 29 gennaio era un lunedì come tanti: «Sono uscita per andare al lavoro come tutti i giorni, ci siamo salutati e quando sono rientrata la sera non è più rientrato e non ho più avuto notizie da lui da allora». In quei giorni era convalescente dopo una brutta influenza: Era stato male dieci giorni, ha avuto un’influenza forte. Quella mattina era ancora molto indebolito, continua Sara, convinta fin dall’inizio che l’uomo avesse perso la memoria. A corroborare la sua teoria, l’avvistamento da parte di una conoscente, che non sapeva però Philip fosse scomparso. Alle autorità aveva poi raccontato di aver visto il 56enne camminare in stato confusionale e trasandato sulla pista ciclabile del lungotevere vicino a ponte della Musica. In quei giorni furono anche trovati i suoi pantaloni bordeaux su una panchina di via Flaminia. Poi si sono moltiplicati gli appelli e le ricerche, ma senza successo.