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Stop agli stage non retribuiti, il passo indietro della Commissione Ue: «Abbiamo fatto il massimo, ora tocca i governi»

Nella proposta di legge pubblicata dall'esecutivo Ue nessun riferimento all'obbligo per i datori di lavoro. Protestano i Verdi: «È una presa in giro»

L’obbligo da parte dell’Unione europea di mettere al bando una volta per tutte gli stage non retribuiti potrebbe essere tramontato. Lo scorso anno il Parlamento europeo aveva sollecitato la Commissione di Ursula von der Leyen a mettere a punto una direttiva per regolamentare i tirocini. A inizio 2024, era trapelata una prima bozza del documento su cui era al lavoro l’esecutivo Ue, che sembrava confermare la volontà da parte della Commissione di dare seguito alla richiesta del parlamento. La scorsa settimana è stata pubblicata la proposta di legge vera e propria, che introduce grosse novità per «migliorare le condizioni di lavoro dei tirocinanti» ma non introduce esplicitamente l’obbligo di retribuzione. Un dettaglio che non è passato inosservato ad alcuni europarlamentari, a partire dal gruppo dei Verdi, che premeva per un testo più ambizioso: «È una presa in giro vergognosa: Bruxelles si limita a chiedere agli Stati di vigilare affinché le imprese, invece di pagare i lavoratori, li assumano con stage non retribuiti», attacca l’eurodeputata Rosa D’Amato.

Cosa prevede la proposta della Commissione

L’intervento legislativo della Commissione europea sui tirocini si divide in realtà in due diverse proposte: una direttiva e una raccomandazione. La prima, che se approvata diventerà vincolante per i Paesi membri, introduce essenzialmente quattro elementi di novità. Il primo è il «principio di non discriminazione», in base al quale si chiede ai datori di lavoro di trattare i tirocinanti al pari di un qualunque altro dipendente. Il secondo prevede l’introduzione di controlli e ispezioni per evitare che i tirocini siano utilizzati dalle aziende per mascherare posti di lavoro regolari. La terza e la quarta novità riguardano invece la possibilità di consentire ai sindacati di impegnarsi anche per i diritti dei tirocinanti e richiedere agli Stati membri di garantire canali attraverso cui gli stagisti possono denunciare pratiche scorrette e cattive condizioni di lavoro. Questi quattro elementi di novità sono contenuti nella proposta di direttiva, che dovrà essere ora discussa dal Parlamento europeo e dal Consiglio.

Tutto ciò che riguarda la retribuzione è finito invece nella proposta di raccomandazione, che a differenza della direttiva non ha valore vincolante per i Paesi membri. Tra gli elementi chiave su cui Bruxelles “invita” i governi a lavorare ci sono l’introduzione di «una retribuzione equa» per i tirocinanti, la promozione del «lavoro ibrido e da remoto» e la predisposizione di programmi di orientamento professionale per aumentare la probabilità che il tirocinio si trasformi in un posto di lavoro vero e proprio. L’elemento della proposta della Commissione europea che fa più storcere il naso è proprio il mancato obbligo per i datori di lavoro di pagare stagisti e tirocinanti. Una questione su cui è intervenuto anche il commissario europeo al Lavoro, Nicolas Schmit, che su X precisa: «Perché la Commissione non ha proposto di vietare i tirocini non pagati? Perché ci è legalmente impossibile farlo!», puntualizza Schmit. Il candidato dei Socialisti alle prossime elezioni europee assicura che la Commissione ha fatto «il massimo» e spiega che dovranno essere i singoli governi, «quando recepiranno la direttiva», a vietare i tirocini non retribuiti.

I dati sui tirocini in Europa

Stando ai dati della Commissione europea, sono circa 3,1 milioni i tirocinanti nei Paesi Ue, di cui oltre la metà (1,6 milioni) svolgono stage non retribuiti. Per la maggior parte dei giovani europei, il tirocinio è diventato ormai un passaggio obbligato per entrare nel mondo del lavoro. Secondo l’Eurobarometro del 2023, quasi quattro giovani su cinque (il 78%) ha svolto almeno un tirocinio nel corso della propria vita, e si prevede che la domanda di stage crescerà almeno del 16% entro il 2030. Il problema degli stage, a oggi, ha a che fare soprattutto con la retribuzione, spesso inadeguata o del tutto assente. Secondo una ricerca del 2023 dello European Youth Forum, i giovani europei sborsano in media 1.028 euro al mese per coprire le spese durante i tirocini.

Foto di copertina: EPA/Olivier Hoslet | Il commissario europeo al Lavoro, Nicolas Schmit

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