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Il giornalista della bufala dell’ucraino arrestato per la strage di Mosca: «Kiev è coinvolta, ci sono le prove»

amedeo avondet bufala ucraina strage mosca
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Amedeo Avondet: sono state diffuse dal servizio segreto russo. I bot? Nessuna campagna

Amedeo Avondet è un 23enne giornalista torinese con un passato in Fratelli d’Italia. A lui si attribuisce lo scoop de Il Corrispondente, che è stato indicato come colui che ha dato per primo la notizia di un disertore russo ucciso in circostanze misteriose in Spagna. E proprio ieri sul suo canale Telegram Italia Unita ha diffuso la falsa notizia di un cittadino arrestato per la strage al Crocus City Hall di Krasnogorsk vicino Mosca. Oggi Avondet parla proprio della connessione tra l’Ucraina e l’attentato terroristico in un’intervista a Repubblica. Nella quale esordisce dicendo che dei falsi account che hanno diffuso la bufala «non ne so proprio nulla. Non ho alcuna di queste competenze, so usare solo Word Press . Le bot farm sono utilizzate da tutti, non solo dalla Russia ed è davvero difficile localizzarne la provenienza».

L’estraneità della Russia ai bot

Avondet dice anche che «la promozione dell’articolo in maniera così maldestra non giova né al sito né alla Russia, un’idiozia. Anche tutte le mie fonti mi hanno confermato la totale estraneità della Russia». Poi specifica di non aver scritto l’articolo su Maxim Kuzminov: «È mio invece quello sulla pista ucraina e sono assolutamente certo di quello che dico. Sono stato in Fratelli d’Italia ma Giorgia Meloni mi ha deluso per le sue posizioni. Il mio progetto politico si chiama Italia Unita». Ovvero un nome sul modello del partito di Putin: Russia Unita. Poi dice che sull’attentato per il quale sono stati arrestati quattro cittadini tagiki non sta facendo «nessuna campagna, è la tesi del governo e delle forze di sicurezza. Se pensate che in Russia esista una rete o una organizzazione, vi dico che non è così. Le informazioni privilegiate le prendo di prima persona grazie alla mia carriera politica».

La pista ucraina

Avondet ribadisce che «sulla pista ucraina ci sono tutte le prove, sono state fornite dall’Fsb e dalla polizia di Mosca. Prima delle quali è che le ambasciate ucraine reclutano mercenari all’estero. E c’è l’arresto a meno di 100 km dal confine ucraino». Anche l’analista russo Evgenij Minchenko, presidente dell’Associazione Russa per le pubbliche relazioni, docente e direttore del Centro di ricerche internazionali dell’università di Mosca, ha sostenuto l’ipotesi di un coinvolgimento ucraino nella strage. «Non so con precisione chi siano i mandanti. Ma abbiamo letto centinaia di dichiarazioni da parte di militari e funzionari dei servizi segreti ucraini, i quali sostenevano che il loro compito principale è di far sentire al maggior numero possibile di cittadini russi, sulla propria pelle, tutte le tribolazioni di questa guerra», ha detto in un’intervista al Corriere.

Una gita in Donbass

Infine, Avondet nell’intervista con Sara Strippoli dice che presto sarà nel Donbass: «La prossima settimana ci andrò come corrispondente di guerra embedded assieme alla Brigata Forze Speciali “Lupo” del ministero della Difesa Russo». E sarà l’unico giornalista straniero sul teatro di guerra: «Con me ci saranno colleghi della stampa russa».

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