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«È stata la Nato», dall’allerta del presidente serbo alle teorie del candidato di Santoro: si allarga il fronte dei complottisti sulla strage di Mosca

27 Marzo 2024 - 16:03 Redazione
Dal Cremlino fino all'Italia, cresce la schiera di chi si dice sempre più convinto che dietro il massacro alla Crocus city hall ci sia una macchinazione dell'Occidente contro la Russia

Si allunga la lista di complottisti sulla strage al Crocus City Hall di Mosca. Nonostante il Cremlino abbia ammesso che «l’attentato è stato compiuto da estremisti islamici», per Vladimir Putin i veri mandanti vanno cercati altrove. Tradotto: in Occidente. A Washington, Londra e pure in Ucraina. Il direttore dell’Fsb – i servizi di sicurezza interni russi – Alexander Bortnikov ha lanciato ieri accusate pesanti: «I servizi segreti di Kiev hanno addestrato in Medio Oriente» gli attentatori della strage nella quale sono morte oltre 139 persone. Tanto che l’Ucraina «si preparava ad accoglierli come eroi», è la tesi di Bortnikov. Ma non solo: i risultati preliminari dell’inchiesta indicano «un coinvolgimento degli Usa e della Gran Bretagna», ha affermato il direttore dell’Fsb. Tesi confermata oggi, mercoledì 27 marzo, anche dalla portavoce del ministro degli Esteri russo, Maria Zakharova. «È difficile da credere che l’attentato sia opera dell’Isis». Ma Bortnikov e Zakharova non sono gli unici a pensarla così.

Anche il presidente serbo, Aleksandar Vučić ha annunciato ieri sera che per la Serbia si prospettano giorni difficili. «In questo momento non è facile dire che tipo di notizie abbiamo ricevuto nelle ultime 48 ore. Stanno minacciando direttamente gli interessi nazionali vitali sia della Serbia che della Srpska», ha scritto sui social. Le parole di Vučić possono riferirsi, con ogni probabilità, all’attacco terroristico a Mosca, che ha alimentato le tensioni a Est. Putin ha infatti deciso di intensificare i raid sull’Ucraina con un missile da crociera russo che domenica scorsa ha violato lo spazio aereo della Polonia per 39 secondi, facendo infuriare Varsavia e scattare l’allerta dell’Alleanza Atlantica. Oppure, secondo alcuni analisti, possono anche essere un riferimento ai bombardamenti Nato di 25 anni fa sulla Serbia. Fatto sta che per Vučić «Giorni difficili attendono il nostro Paese».

Anche in Italia, per Pino Arlacchi – nella lista di Michele Santoro alle Elezioni Europee 2024 – «ci sono pochi dubbi sul fatto che l’attentato sia stato opera di killer addestrati e armati da un’entità superiore». Per il sociologo ed ex membro del Pe vi sono tre piste, scrive su Il Fatto Quotidiano. «La matrice islamica autonoma», oppure «il governo ucraino su input della Cia». In questo secondo caso, lo scopo sarebbe quello di rovesciare le carte in tavola «trasformando l’Ucraina in una potenza vincente, spingendo la Russia verso uno scontro diretto (e pure perdente) con la Nato». Terza ipotesi: «si discuterà e indagherà per anni fino a che i protagonisti della scena scompariranno». 

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