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In carcere oltre 30 anni da innocente, a Beniamino Zuncheddu il primo risarcimento: 30mila euro per le «celle troppo piccole e affollate»

28 Marzo 2024 - 12:38 Redazione
L'ex allevatore sardo ha passato 32 anni in carcere da innocente dopo essere stato condannato per un triplice omicidio ed è stato assolto e rimesso in libertà dai giudici della Corte d'appello di Roma al termine del processo di revisione

Primo risarcimento per Beniamino Zuncheddu. Dopo 33 anni passati in carcere da innocente, l’ex pastore sardo verrà risarcito dallo Stato con circa 30mila euro «per aver trascorso anni in celle piccole e sovraffollate». È la decisione del Tribunale di Cagliari nei confronti del 59enne assolto e rimesso in libertà dai giudici della Corte d’appello di Roma al termine del processo di revisione. Lo rende noto L’Unione Sarda e lo conferma all’Ansa l’avvocato di Zuncheddu, Mauro Trogu, che ora attende le motivazioni della sentenza per chiedere il risarcimento per ingiusta detenzione. L’ex allevatore sardo è stato assolto il 26 gennaio scorso. Trentatré anni fa la condanna all’ergastolo poiché accusato di triplice omicidio. Tutto inizia nel 1991 quando in un ovile Cuile is Coccus (sulle montagne tra Sinnai e Burcei, in provincia di Cagliari) muoiono assassinati Gesuino Fadda, proprietario dell’allevamento, il figlio Giuseppe e il pastore Ignazio Pusceddu.

I morti, però, sarebbero dovuti essere in quattro. Ma uno di loro si salva: Luigi Pinna, marito di uno delle figlie di Fadda. In un primo momento, afferma di non essere in grado di identificare il volto dell’assassino. Dopo qualche settimana la sua versione cambia: sostiene di aver riconosciuto Zuncheddu in una foto. E quest’ultimo viene arrestato. A giugno 1992, arriva la condanna definitiva: ergastolo. Ma in tutti questi anni Zuncheddu ha continuato a battersi per dimostrare la sua innocenza. Il 14 novembre scorso, durante la revisione del processo a Roma, Pinna ha confermato la tesi della difesa, ovvero che la sua testimonianza – all’epoca dei fatti – era arrivata dopo presunte pressioni da parte di uno degli agenti che indagava sul triplice omicidio. Il 25 novembre Zuncheddu esce dal carcere, mentre risale al 26 gennaio di quest’anno, la sentenza di assoluzione. Nonostante il primo risarcimento, l’ex pastore sardo sa che nulla potrà tornare come prima. «Nessuno potrà darmi quello che ho perduto. Desideravo una famiglia», era il messaggio dell’ex pastore sardo due giorni dopo il verdetto della Corte. 

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