La Lega protesta per la cena di fine Ramadan in oratorio a Renate. Il parroco: «Ma l’hanno proposta loro»
Lega contro Lega. La Regione Lombardia è contraria all’organizzazione della cena di fine Ramadan all’oratorio del Comune di Renate della provincia di Monza e della Brianza. Ma a proporre lo spazio ai cittadini musulmani, dove festeggiare la festività di Eid-al-Fitr, è stato il Comune guidato dalla Lega. L’associazione «La Pace», che riunisce centinaia di fedeli musulmani – scrive il Corriere della Sera – cerca un luogo dove festeggiare la fine del Ramadan. Il segretario, Adam Tamati, si rivolge al suo Comune, quello di Renate. La risposta del Municipio è chiara: non abbiamo spazi comunali disponibili, rivolgetevi alla parrocchia dei Santi Donato e Carpoforo. Tamati spiega la situazione a don Claudio Borghi e ottiene la disponibilità del cortile dell’oratorio.
«Mi sembra inopportuno»
La notizia arriva, però, in Regione e scatena la reazione del capogruppo della Lega: «Mi sembra davvero inopportuno che un luogo simbolo di aggregazione cristiana ospiti la festa di fine Ramadan», afferma Alessandro Corbetta che tiene, inoltre, a precisare come l’oratorio sia «un centro legato alla parrocchia e quindi alla chiesa cattolica». «Può e deve anche essere un luogo di dialogo – continua -, ma non certo di celebrazione di riti legati ad altre religioni come il Ramadan. Sarebbe un po’ come celebrare la Pasqua in una Moschea, che senso ha? Ci chiediamo se il parroco di Renate abbia seriamente valutato l’opportunità, anche simbolica», conclude Corbetta, ignorando, con ogni probabilità, che il suggerimento sull’organizzazione della cena presso i locali dell’oratorio sia arrivato direttamente dai suoi colleghi leghisti a Renate.
Don Claudio: «Prima me li mandate e poi mi chiedete perché li accetto?»
Lo sa bene don Claudio, che – ironicamente – si domanda come sia possibile che «prima me li mandate e poi mi chiedete perché li accetto? Va bene che siamo in campagna elettorale…», dice il parroco rivolto ai leghisti. Quindi sottolinea: «Abbiamo concesso il cortile dell’oratorio per la cena di interruzione del digiuno, quindi non per non una preghiera o per un rituale religioso. Ma il punto è che in questa zona almeno il 10 per cento della popolazione è di fede musulmana, basta guardare gli asili e le scuole, ed è tempo che ne prenda atto chi ha responsabilità pubbliche», conclude.
Foto copertina: © Sonyakamoz | Dreamstime.com
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