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La storia del portale Voice of Europe gestito dalla Russia e le accuse di corruzione dei politici europei

29 Marzo 2024 - 20:23 David Puente
Sequestrati i beni dell'azienda situata a Praga, tra questi somme di denaro in contanti destinati a politici europei per sostenere la propaganda russa

Voice of Europe è un portale online, seguito su Twitter/X da almeno 180 mila follower. L’account possiede la spunta oro a pagamento, ossia quella più costosa che lo identifica come ufficiale legato a un’azienda. Dalla bio leggiamo “Uncensored network news from Europe and the world”, sostenendo dunque quella narrazione tipica dei portali cosiddetti “indipendenti” che sostengono di diffondere notizie censurate dall’Unione europea e dal resto del Mondo per oscure intenzioni. In realtà, a portare avanti oscure intenzioni era proprio l’azienda Voice of Europe s.r.o. con sede in Repubblica Ceca, dove è stata chiusa dalle autorità a seguito della scoperta di attività illecite contro l’Ucraina e l’Unione europea, ma soprattutto accusata per aver corrotto politici europei per diffondere la propaganda del Cremlino. Le autorità della Repubblica Ceca hanno individuato il burattinaio di questa operazione: l’oligarca ucraino filo-russo Viktor Medvedchuk.

Chi è Medvedchuk

L’oligarca e politico ucraino filorusso Medvedchuk era stato arrestato in Ucraina nell’aprile del 2022 a seguito dell’invasione russa. Il prezioso alleato di Vladimir Putin venne poi trasferito in Russia grazie a uno scambio di prigionieri avvenuto nel settembre del 2022. Secondo le indagini, portate avanti dai servizi cechi e polacchi, lo hanno indentificato come responsabile di un’operazione di influenza russa sul territorio europeo attraverso l’azienda Voice of Europe s.r.o. con sede legale a Praga. A seguito della scoperta, il governo della Repubblica Ceca ha deciso di sanzionare Medvedchuk e il suo socio, oltre che gestore principale del sito di propaganda, Artem Pavlovich Marchevskyi.

L’account Twitter/X di Voice of Europe, non più attivo dal 27 marzo 2024.

Le perquisizioni e il sequestro del denaro in contanti

Come riportato dall’account Twitter/X ufficiale dell’Intelligence ceca BIS, le indagini svolte dai servizi segreti polacchi (ABW) hanno condotto alcune perquisizioni a Varsavia e Tychy sequestrando beni e somme di denaro, rispettivamente 48.500 euro e 35.000 dollari in contanti, provenienti da Mosca al fine di corrompere politici europei per sostenere la propaganda russa. A sostenerlo è anche il primo ministro belga Alexander De Croo: «La Russia si è avvicinata agli eurodeputati, ma li ha anche pagati per promuovere la propaganda russa». L’affermazione è strettamente legata all’indagine svolta sul caso Voice of Europe, come indicato dal portavoce di De Croo a Politico.

Le nazionalità dei politici coinvolti

Al momento non sono noti i nomi esatti delle persone coinvolte. Secondo i media cechi, come Denikn, il flusso di denaro proveniente dalla Russia passava per Praga per poi essere consegnato a politici anti-establishment tedeschi e usato per la gestione del portale Voice of Europe. La BBC, citando fonti dell’Intelligence riportate dai media cechi, riferisce che i politici sospettati di corruzione riguarderebbero non soltanto la Germania, ma anche Francia, Belgio, Polonia, Paesi Bassi e Ungheria. Il Der Spiegel riporta che il denaro veniva consegnato in contanti durante incontri segreti a Praga o utilizzando le criptovalute.

L’opera di propaganda anti Ucraina e anti UE

Come riportato dall’Intelligence ceca BIS, sono state documentate attività volte allo svolgimento di iniziative filorusse e campagne mediatiche nei Paesi membri dell’Unione Europea al fine di screditare le autorità europee e il sostegno all’Ucraina. Tra le principali attività dell’azienda di Praga, titolare del sito Voice of Europe, c’è la diffusione della narrazione secondo cui il sostegno all’Ucraina non poterà alla pace, ma al prolungamento del conflitto. Secondo gli investigatori, uno degli obiettivi era quello di influenzare le elezioni del Parlamento europeo.

Il canale Telegram (con un altro nome)

In un tweet dell’account di Voice of Europe, datato 11 marzo 2024, veniva promosso il canale ufficiale Telegram del portale: @theVoiceofEurope.

Il canale risulta ancora attivo e pubblica alcuni contenuti anche a seguito della chiusura del portale da parte delle autorità ceche, senza però farne cenno. Mantenendo ancora il nick @theVoiceofEurope, il canale Telegram riporta un altro nome e logo: European Echoe.

Secondo il portale TGStat (archiviato qui), il canale riportava logo e nome del sito attualmente sequestrato. Nella scheda viene riportata anche la biografia precedente alla modifica, dove troviamo il bot (@voiceofeuropebot), il gruppo “Voice of Europe” (@V_of_Europe, non attivo dal 27 marzo) e un canale in lingua spagnola “Directorio Cachorrovolador” (@directoriocachorrovolador).

L’ultima condivisione dei contenuti del portale, ormai sequestrato, risale al 26 marzo 2024.

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