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Strage di Mosca, la Turchia sulla «pista ucraina» del Cremlino: «Impossibile un attacco così senza l’aiuto di 007 stranieri»

29 Marzo 2024 - 13:53 Ugo Milano
Il portavoce del partito di Erdogan appoggia la tesi propagandata senza prove dal governo russo, mentre l'Isis-k rivendica ancora una volta l'attentato sul bollettino settimanale

Prosegue il tentativo del governo russo di addossare all’Ucraina la responsabilità per la strage al Crocus City Hall di Mosca. L’attacco terroristico dello scorso 22 marzo, che ha causato oltre 140 morti e centinaia di feriti, è stato rivendicato più volte dall’Isis-k. Eppure, fin dalle primissime ore successive all’attentato, il Cremlino ha puntato il dito – senza prove – contro Kiev. «È stato l’Isis o l’Ucraina?», ha chiesto un giornalista nei giorni scorsi a Nikolai Patrushev, fedelissimo del presidente Vladimir Putin. Il capo del Consiglio di sicurezza nazionale russo ha risposto senza esitazioni: «L’Ucraina!». Nel frattempo, proseguono le indagini per risalire ai presunti attentatori, alcuni dei quali sono stati arrestati il giorno successivo alla strage. Ieri il Comitato investigativo russo ha illustrato i risultati iniziali dell’inchiesta sulla strage affermando di avere le prime prove del finanziamento ucraino all’attacco. Oggi, scrive l’agenzia russa Ria Novosti, altre nove persone sono state arrestate in Tagikistan con l’accusa di aver avuto contatti con gli autori dell’attacco al Crocus City Hall.

Il rimpallo di responsabilità

Tra le voci russe che più stanno spingendo per la «pista ucraina» c’è Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri del Cremlino. «Per allontanare i sospetti dell’Occidente collettivo, avevano urgentemente bisogno di inventare qualcosa, quindi sono ricorsi all’Isis, hanno tirato fuori un asso dalla manica», ha detto Zakharova pochi giorni fa in una conferenza stampa. Anche in questo caso, la portavoce di Sergej Lavrov non ha fornito alcuna prova del coinvolgimento dell’Ucraina. Anzi, nel bollettino settimanale pubblicato oggi, venerdì 29 marzo, su Al-Naba lo Stato islamico rivendica per la quinta volta la paternità della strage di Mosca e si prende gioco del Cremlino, che «accusa di “collusione” i suoi oppositori del campo occidentale» per «nascondere il suo grande fallimento».

La “sponda” della Turchia

Nonostante la mancanza di prove, c’è chi sembra condividere l’ipotesi di un coinvolgimento dell’Ucraina nell’attentato al Crocus City Hall di Mosca. È il caso della Turchia e, più in particolare, di Omer Celik, portavoce del partito Akp di Recep Tayyip Erdogan. «La verità è che l’Isis non è in grado di portare avanti da solo un’organizzazione del genere. Tali azioni hanno bisogno di uno sponsor», ha detto Celik in un’intervista con l’emittente privata turca Ntv. Una strage come quella di Mosca, ha aggiunto il portavoce di Akp, «non può accadere senza il supporto dell’intelligence di qualche Paese».

Foto di copertina: EPA/Yury Kochetkov | L’edificio, parzialmente distrutto, che ospita il Crocus City Hall a Krasnogorsk, vicino a Mosca (28 marzo 2024)

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