In Evidenza Legge di bilancioOpen ArmsTony Effe
ESTERIAeroportiBulgariaEUtopiaRomaniaSchengenUnione europea

Niente più controlli alle frontiere con Romania e Bulgaria, ma solo in aeroporto: l’ingresso-beffa dei due Paesi nell’area Schengen

30 Marzo 2024 - 23:27 Simone Disegni
Dal 31 marzo i due Stati membri entrano finalmente nello spazio «passport-free». Ma non via terra: l'Austria ha messo il veto

Ci sono voluti diciassette anni di «purgatorio», ma l’attesa è finita: dalla mezzanotte di domenica 31 marzo anche Romania e Bulgaria entrano a far parte dell’area Schengen, quella all’interno della quale si può viaggiare senza dover esibire il passaporto alla frontiera. Con tante scuse per il ritardo, considerato che i due Paesi dell’area ex Urss sono entrati a far parte dell’Unione europea il 1° gennaio del 2007. Abbattere le frontiere con Romania e Bulgaria è rimasto però per anni un tabù per molti Paesi dell’Europa occidentali, spaventati dal possibile afflusso fuori controllo di cittadini «indesiderati» – fossero migranti irregolari, sospetti delinquenti o semplicemente lavoratori a basso costo. Ci sono voluti così lunghi anni in più rispetto a tutti gli altri Paesi post-sovietici, tutti integrati nello spazio Schengen tra il 2007 e il 2008. E l’attesa, anzi, non è affatto del tutto finito. Perché ad essere infine sollevata dal 31 marzo sarà l’eccezione che riguardava le frontiere aeree e marittime (queste ultime irrilevanti) con gli altri Paesi Ue. Ai confini terrestri, invece – quelli più rilevanti con ogni evidenza – resteranno ancora in vigore i controlli. Così ha voluto in particolare l’Austria, che lo scorso gennaio ha posto ancora una volta il veto all’abbandono di ogni vincolo. Il timore di Vienna è che l’apertura dei confini terrestri provochi un afflusso di richiedenti asilo non controllabile da quei due Paesi. «Vogliamo che la Bulgaria e la Romania entrino nell’area Schengen. Ma questo non è ancora possibile perché le frontiere esterne dell’Ue non sono ancora protette correttamente», aveva ribadito nell’occasione a Euronews Lukas Mandl, un eurodeputato del Partito popolare austriaco (Övp) che governa a Vienna.

La spinta della Commissione

L’Austria ha promesso di impegnarsi a proseguire i negoziati per abbattere anche l’ultimo, cruciale scoglio. E la Commissione europea nasconde a fatica l’irritazione. «La Bulgaria e la Romania hanno dimostrato stabilmente un alto livello d’impegno nell’assicurare l’adeguata protezione dei confini esterni dell’Ue, e hanno costantemente contributo alla sicurezza interna dell’area Schengen», ha sottolineato oggi l’esecutivo di Bruxelles nell’accogliere «con grande soddisfazione» il traguardo alle porte. «Ora spetta al Consiglio (cioè agli Stati membri, ndr) prendere una decisione per stabilire la data in cui eliminare i controlli ai confini interni tra Bulgaria e Romania e gli altri Paesi Schengen», ricorda la Commissione auspicando esplicitamente che si arrivi a destinazione entro il 2024. Ma a questo punto pare scontato che una decisione in proposito arriverà, se arriverà, nel nuovo ciclo politico-legislativo che si aprirà dopo le elezioni europee del prossimo giugno. Meglio non rischiare di irritare troppo gli elettori a poche settimane dal voto: a Vienna e non solo.

Leggi anche:

Articoli di ESTERI più letti