La scure di Putin sulle minoranze: i gestori di un bar Lgbtq russo a processo per «terrorismo ed estremismo»
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Lo scorso novembre la Corte suprema russa bandì il cosiddetto «movimento Lgbt internazionale» per estremismo, punto di arrivo di una nuova dura ondata di repressione contro le minoranze sessuali. Ora arrivano i primi, surreali esiti giudiziari. I gestori di un bar Lgbtq di Orenburg, nel sud-ovest della Russia, arrestati poche settimane fa sono ora incriminati come «terroristi ed estremisti». È con questo capo d’accusa che Diana Kamilianova, 28 anni, e Alexandre Klimov, 21, saranno presto giudicati nel primo procedimento penale di questo genere. Rischiano fino a 10 anni di carcere per estremismo, appunto, e per aver consentito la «promozione di rapporti sessuali non tradizionali» tra i frequentatori del bar. Nell’attesa, ha stabilito il tribunale di Orenburg, i due gestori del bar Pose rimarranno in custodia fino al 18 maggio. Le forze dell’ordine avevano fatto irruzione nel bar il 9 marzo scorso, ricorda l’Ansa, nell’ambito di una svolta ultra-conservatrice voluta dal regime di Vladimir Putin dopo il lancio dell’invasione dell’Ucraina e l’acuirsi del conflitto «sistemico» coi Paesi occidentali.
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