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Sorpresa Bnkr44, appena sufficiente Rhove. E che gran noia Il Volo – Le recensioni delle nuove uscite musicali della settimana

31 Marzo 2024 - 20:21 Gabriele Fazio

Il Volo – Ad Astra

Il Volo festeggia i primi quindici anni di carriera con il primo album di inediti, quindi in pratica finalmente capiamo cosa hanno da dire loro come firme. Forse l’obiettivo principale di questo lavoro, dopo quindici anni, era scrollarsi di dosso il sapore di polvere della loro musica verso una storica svolta pop. Una svolta pop che effettivamente non si può negare, d’altra parte sono stati coinvolti quasi tutti gli autori e i producer più quotati della scena pop: ora speriamo non ci mettano quindici anni per fare un buon disco pop, che è tutt’altra cosa. Le uniche due canzoni in cui non ti viene l’istinto naturale di abbassare il volume per smorzare un po’ questa atmosfera così austera e solenne sono L’infinito, che è un buon brano e, discretamente, Saturno e venere (in featuring con Irama), al quale, con un grosso sforzo, riusciamo a riconoscere la sufficienza. Per il resto, il disco è talmente noioso che potrebbe essere vietato in diversi paesi in quanto strumento di tortura. È tutto telefonato, tutto già sentito, tutto privo di carattere, pulito, innocuo. Un prodottino in cui tutto sa di surgelato, in cui il sentimentalismo delle interpretazioni è così spudorato che diventa impossibile crederci. Per intenderci, la traduzione musicale di una puntata de Gli Occhi del Cuore. È indubbio che questo sia il loro stile, che queste siano le caratteristiche della loro vocalità, con le quali tra l’altro hanno spregiudicatamente disintegrato Who Wants To Live Forever dei Queen (dio abbia pietà delle loro anime). Però a questo punto è inutile indossare i panni delle rockstar a tutti i costi per provare a colmare il gap tra la musica che vorrebbero fare e la musica che sono realmente in grado di produrre dignitosamente. Perché è evidente che fuori da quel recinto fatto di bel canto antico e Funiculì funicolà non ci sono molte possibilità, non c’è la pasta per fare qualcosa di più cool. E non c’è da vergognarsene ma solo da prenderne serenamente coscienza. Meglio limitarsi a quello che gli riesce, per quanto anacronistico e maledettamente soporifero.