Polveri del Sahara su Roma, l’allerta del Comune: «Bambini, anziani e donne incinte escano il meno possibile. Lasciate a casa la macchina»
La nube di polveri portate dai venti dal deserto del Sahara continua a infittire l’aria su diverse zone d’Italia (e d’Europa). Tra queste anche la Capitale, dove il Comune è sul chi va la per i potenziali rischi per la popolazione, soprattutto quella più vulnerabile. Ecco allora che il Campidoglio rinnova in queste ore l’appello già diffuso ieri a tutela della salute respiratoria. La raccomandazione ai soggetti più a rischio – come bambini, donne in gravidanza, persone anziane, cardiopatici e soggetti con patologie respiratorie – è quella di evitare di esporsi prolungatamente alle alte concentrazioni di inquinanti. Per il secondo giorno consecutivo infatti è stato registrato un superamento dei limiti di Pm10 nell’aria previsto dalla normativa. Per questo il Comune di Roma si appella anche alla cittadinanza più vasta, perché adotti in queste giornate di festività precauzione e comportamenti tali da diminuire ulteriori emissione nocive. Tramite i canali del Campidoglio si raccomanda a tutti i romani quindi di «optare per l’uso dei trasporti pubblici evitando il più possibile l’impiego del veicolo privato a motore; utilizzare in modo condiviso l’automobile per contribuire alla riduzione dei veicoli circolanti (car pooling o car sharing); preferire veicoli elettrici, ibridi o alimentati con combustibili a basso impatto (es. metano); adottare comportamenti di guida volti alla riduzione di emissioni inquinanti; limitare gli orari di accensione degli impianti termici e ridurre la temperatura massima dell’aria negli edifici; optare per l’uso della bicicletta; preferire, ove possibile, spostamenti a piedi».
March 31, 2024
Leggi anche:
- La sabbia del Sahara colora di giallo i cieli d’Italia: cosa sta accadendo e quali sono i rischi
- Più neve nel 2024 che nel 1999? Non dimostra che il cambiamento climatico non esista
- L’arrivo prematuro delle zanzare e i timori sulla Dengue. La parassitologa: «I cittadini stiano attenti all’acqua che ristagna»