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Uno “studio” giapponese non dimostra che è pericoloso ricevere trasfusioni di sangue dai vaccinati Covid

31 Marzo 2024 - 16:35 Juanne Pili
Analizziamo le fonti dell'ennesimo "studio" acclamato dai No vax

Ci segnalano alcune condivisioni Facebook riguardanti uno “studio” sul pericolo di ricevere trasfusioni di sangue dai vaccinati contro il nuovo Coronavirus. Questa narrazione è stata riportata in Italia da un sito Web apprezzato negli ambienti No vax. Tuttavia è sufficiente dare un’occhiata alle fonti citate nel documento per capire che non dimostra niente.

Per chi ha fretta:

  • Un blog riporta i risultati di un preprint che dimostrerebbe l’esistenza di un allarme dovuto alle trasfusioni di sangue donato dai vaccinati contro la Covid-19.
  • Tuttavia non risulta alcun allarme. Gli autori si limitano a ipotizzare che le leggi giapponesi debbano prevedere provvedimenti in merito a questo presunto pericolo.
  • Ma il paper in oggetto si basa su fonti che non dimostrano alcuna pericolosità della vaccinazione.

Analisi

Le condivisioni riguardo queste «pericolose» trasfusioni di sangue sono accompagnate dalla seguente didascalia:

🔴 ESPLOSIVO, CLAMOROSO VITALE!
La Ricerca che Segnala il Disastro Mondiale da Vaccini
SOS DA OSPEDALI UNIVERSITARI GIAPPONESI: “
TRASFUSIONI PERICOLOSE COL SANGUE DEI VACCINATI”.
Studio sui Danni Cardiovascolari: “Fermate i Sieri mRNA“
A rischio anche le Donazioni di Organi…

Circolano anche testi alternativi, come il seguente di cui riportiamo l’introduzione, ripreso da un altro post, che a sua volta in fondo al testo si riferisce al medesimo preprint (erroneamente tradotto «pre primis») come fonte:

E’ stato pubblicato un nuovo studio pre primis: Preoccupazioni riguardanti le trasfusioni di emoderivati derivati da soggetti vaxxinati genetici e proposte di misure specifiche.
“Non è mai accaduto prima nella storia della biomedicina e, di conseguenza, è fortemente sospettato che i prodotti sanguigni destinati alle trasfusioni siano stati influenzati da questi cosiddetti vaxxini genetici.
Pertanto, questa revisione è stata preparata per esaminare i rischi delle trasfusioni di sangue nella fase attuale in cui i vaxxini genetici vengono somministrati in grandi quantità.

Cosa sappiamo davvero su trombi e miocarditi

Le condivisioni in oggetto linkano un post del sito religioso Gospa News. La narrazione riguardo alle trasfusioni di sangue si fonda su un articolo preprint. Ricordiamo che chiunque può pubblicare dei preprint, ovvero articolo in attesa di essere accettati da una rivista scientifica. Poi bisogna vedere anche come viene fatta la revisione dei contenuti. Come è stato svolto questo studio? In che modo dimostrerebbe il presunto «SOS» da parte degli ospedali giapponesi, riguardo al «pericolo» di ricevere trasfusioni di sangue dai vaccinati Covid? Analizziamo le stesse parti messe in evidenza dal sito religioso.

Secondo i ricercatori «molti paesi in tutto il mondo hanno riferito che i cosiddetti vaccini genetici […] hanno provocato trombosi post-vaccinazione e conseguenti danni cardiovascolari, nonché un’ampia varietà di malattie che coinvolgono tutti gli organi e sistemi, compreso il sistema nervoso». Mancano delle note: a quali studi si basano gli autori per definire il contesto? È probabile che i revisori di una rivista interessata al paper esigano come minimo che vengano precisati dei riferimenti chiari e rilevanti.

A seguito delle indagini dell’Ema su trombi e miocarditi i vaccini Covi si sono rivelati sicuri ed efficaci, al netto di rari e irrilevanti casi. Per approfondire potete leggere qui e qui. Recentemente un ampio studio osservazionale – totalmente frainteso da alcuni autori No vax – ha ulteriormente confermato la sicurezza dei vaccini a mRNA.

Le fonti sugli eventi avversi

Addentriamoci ora all’interno del preprint, dove gli autori illustrano metodi e fonti utilizzate. Anche se non è molto chiaro cosa centrino le trasfusioni di sangue:

«Un’ampia varietà di malattie legate al sangue e ai vasi sanguigni, come la trombosi, si sono sviluppate dopo la vaccinazione genetica – continuano i ricercatori -, anche con vaccini a mRNA, e sono stati segnalati molti casi di gravi danni alla salute. Ad esempio, una ricerca su PubMed su malattie come trombocitopenia, disturbi trombotici con trombocitopenia, trombosi venosa profonda, porpora trombocitopenica, vasculite cutanea e trombosi sinusale combinata con le parole chiave essenziali “vaccino COVID-19” ed “effetti collaterali” ha prodotto diverse centinaia di articoli in soli due anni circa dal lancio dei vaccini genetici [14,17,20,21,48]».

Tra le fonti riportate troviamo una revisione sistematica (n°14) pubblicata su una rivista satellite di Frontiers. Il gruppo editoriale – assieme alla svizzera MDPI – è stato oggetto di critiche riguardo alla rigorosità dei suoi contenuti). I ricercatori si basano sudieci studi sulla correlazione tra vaccini Covid e trombocitopenia (Bilotta et al., 2021). Nelle conclusioni gli autori attendono «ulteriori studi per identificare meglio i meccanismi fisiopatologici […] la correlazione […] con i diversi tipi di vaccino e per testare la significatività dei risultati». Niente che stravolga quanto già appurato nelle indagini dell’Ema. Anche la terza revisione citata (n°20), di Farah Yasmin et al del 2023, non riporta niente che sovverta le indagini dell’Ente europeo. «L’incidenza nel mondo reale delle reazioni avverse dopo i vaccini a mRNA è rimasta inferiore a quella dedotta dagli studi clinici», riportano gli autori.

Nella seconda revisione citata (n°17) dal preprint in oggetto (Sharifian-Dorche et al., 2021) si analizzano i medesimi eventi avversi correlati ai vaccini a vettore virale. I ricercatori spiegano che l’incidenza di tali eventi avversi riguardava «forse di 1 caso ogni 100.000 esposizioni al vaccino. Di conseguenza, la vaccinazione contro il COVID-19 dovrebbe essere fortemente incoraggiata poiché i benefici superano i suoi potenziali rischi». Qui abbiamo addirittura una conferma dei risultati riportati da Ema. Anche nella fonte n°48 (Rodríguez et al., 2022) i ricercatori precisano che «questi rari eventi non dovrebbero scoraggiare l’uso di questa e di altre vaccinazioni necessarie». Infine, la quarta fonte (n°21) è una autocitazione, riguarda infatti un altro preprint co-firmato dagli stessi autori di quello in oggetto, la cui versione integrale non è immediatamente accessibile.

Proteina Spike e «materiale amorfo» nel sangue

Arriviamo al punto in cui è intuibile il collegamento con un presunto pericolo nelle trasfusioni di sangue da parte dei vaccinati:

«Oltre ai globuli rossi dalla forma anomala – continuano gli autori del preprint -, è stato trovato materiale amorfo fluttuante nel sangue di individui vaccinati con mRNA sotto osservazione microscopica, alcuni dei quali hanno mostrato risultati gravemente anomali (Tabella 1, punto 5) [7–10,49]. Studi recenti hanno anche riportato che la proteina spike ha un potenziale amiloidogenico [50–54], è neurotossica [55–57] e può attraversare la barriera emato-encefalica [58–60]. Pertanto, non vi è più alcun dubbio che la proteina spike utilizzata come antigene nei vaccini genetici sia essa stessa tossica [22,61,62]».

A onor del vero al punto 5 della prima tabella sono riportate le fonti n° 7-11 e 49. Nella casella in oggetto possiamo leggere quanto segue:

La proteina Spike provoca l’aggregazione dei globuli rossi e delle piastrine e pertanto questi aggregati verranno trasportati nel sangue del ricevente a meno che non vengano rimossi dal prodotto sanguigno.

Ma le fonti citate riguardano studi su quel che accade con la Covid-19 (Fonti n° 7, 8, 9, 10, 11 e 49). La proteina Spike è l’antigene che SARS-CoV-2 usa per infettare le cellule. Per tanto durante la malattia vi sarà una proliferazione di questa proteina che non è minimamente paragonabile alle esigue quantità prodotte durante la vaccinazione. Di questa differenza sostanziale abbiamo trattato in copiosi articoli, avvalendoci anche della consultazione di esperti. Potete cominciare ad approfondire qui, qui e qui. La fonte n° 10 (pubblicata su una rivista della MDPI) non fa eccezione, perché gli autori si limitano a suggerire che anche la Spike dei vaccini possa comportare dei rischi, senza dimostrare direttamente alcuna pericolosità dei vaccini Covid.

Altre fonti riportate impropriamente

Lo stesso discorso vale per le fonti dalla n° 50 alla n° 60. Ma, omettendo le differenze rilevanti tra il contesto dell’infezione e quello della vaccinazione, secondo gli autori del preprint in oggetto «non vi è più alcun dubbio che la proteina Spike utilizzata come antigene nei vaccini genetici sia essa stessa tossica». Proviamo a spiegare quanto sia fuorviante questo passaggio facendo un esempio che dovrebbe essere famigliare a tutti: è come mettere sullo stesso piano il rapporto rischi-benefici di chi si fa una radiografia all’anno con chi se ne fa cento in un solo giorno. Il punto infatti non è se i raggi X sono cancerogeni, ma in che contesto diventano più pericolosi che utili al nostro benessere.

Non ci sembra che tutto questo possa dimostrare un pericolo derivato dalle trasfusioni di sangue da parte dei vaccinati. Ad ogni modo le fonti citate (n° 22, 61 e 62) non aiutano a rendere tale ragionamento meno confusionario. La prima fonte (n°22) parla di una presunta «Spikepatia», ed è una «narrative review» pubblicata su una rivista MDPI. Parliamo quindi di un genere di articoli che non hanno affatto il rigore di una revisione sistematica vera e propria. Nella seconda fonte (n°61) pubblicata nella rubrica «opinion» della rivista Trends in Molecular Medicine, i ricercatori, prima di suggerire la loro «ipotesi» sulla Spike ricordando pleonasticamente come la vigilanza sia sempre necessaria; precisano che «il profilo rischio-beneficio rimane a favore della vaccinazione contro il COVID-19». L’ultima fonte (n° 62) tratta delle «opzioni terapeutiche note per il danno prolungato da COVID-19 e da vaccino, i loro meccanismi e le loro basi probatorie».

Insomma, si dà per scontato a monte che tali presunti danni da vaccino siano dimostrati e rilevanti, cosa che invece abbiamo visto non risultare affatto. È emblematico il seguente passaggio: «Sebbene l’entità dell’impatto della sindrome o del danno da vaccino sia a lungo termine che post-COVID-19 non sia chiara, è importante prepararsi alle potenziali conseguenze». Infine, due autori dello studio fanno parte del Health and Science Committee del World Council for Health e della EbMCsquared, associazioni dedite al «progresso della salute olistica». Un eufemismo con cui gli autori definiscono una associazione no profit nota per diffondere fake news sulla Covid-19 e sui vaccini.

Trasfusioni di sangue da vaccinati Covid

Ci sembra superfluo a questo punto continuare ad analizzare tutte le fonti, visto che abbiamo avuto già abbondanti esempi che dovrebbero rendere molto difficile – se non impossibile – l’approvazione di un paper del genere in una rivista scientifica autorevole, ovvero rigorosa. Analizziamo allora il punto in cui si parla più precisamente di trasfusioni di sangue da parte dei vaccinati Covid.

«Si prevede che la questione dei prodotti sanguigni derivati ​​da soggetti vaccinati genetici descritta in questa revisione interesserà una gamma molto ampia di aree nei paesi di tutto il mondo – continuano i ricercatori -. In Giappone, per prevenire la diffusione, è stata emanata la “Legge sulla prevenzione delle malattie infettive e sull’assistenza medica ai pazienti affetti da malattie infettive” (https://www.japaneselawtranslation.go.jp/en/laws/view/2830/en). delle malattie infettive attraverso i prodotti sanguigni, ed è stata emanata la “Legge sui trapianti di organi” per gestire i trapianti di organi. Il Ministero della Salute, del Lavoro e del Welfare (MHLW) ha emanato le “Linee guida per la terapia trasfusionale” riguardanti le trasfusioni di sangue. Queste leggi e linee guida specificano le responsabilità del pubblico, dei medici e dei governi nazionali e locali e ne proteggono i diritti».

Cosa c’entri la fonte legislativa citata col sangue dei vaccinati è un vero mistero. È una ipotesi che gli autori fanno presumendo che quanto credono di aver dimostrato venga un giorno assunto come vero anche dalle autorità giapponesi. «Poiché la proteina spike utilizzata come antigene o il suo gene non è un organismo – spiegano gli autori -, è probabile che vi siano numerose questioni difficili, ad esempio come definirne legalmente la patogenicità». E via così con altre congetture basate sul nulla.

Conclusioni

Abbiamo visto che lo “studio” preprint che avrebbe dovuto dimostrare una emergenza dovuta alle trasfusioni di sangue provenienti da vaccinati Covid, è in realtà il solito documento di scarsa attendibilità, che certi autori No vax si convincono essere invece una rivelazione «esplosiva, clamorosa, vitale».

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