La Turchia volta le spalle a Erdogan: l’opposizione stravince a Istanbul e Ankara. E il partito del Sultano può perdere il primato nazionale
Sperava di riprendersi le due grandi città del Paese, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Come aveva detto chiaro meno di un anno fa dopo la trionfale riconferma alla guida della Turchia: «Siamo partiti da Istanbul, proseguiremo con Istanbul». Ma le elezioni amministrative svoltesi oggi sembrano aver dato responso ben diverso. Secondo i dati parziali che arrivano dalla Turchia, dove le urne nelle principali città del Paese si sono chiuse alle ore 17, Ekrem İmamoğlu dovrebbe emergere riconfermato sindaco di Istanbul con un ampio margine di distacco su Murat Kurum, ex ministro dell’ambiente e uomo di Erdogan. Con il 55% delle schede scrutinate, İmamoğlu dovrebbe aver raccolto oltre il 50% dei voti, contro il 41% circa dello sfidante. İmamoğlu è considerato al momento il politico anti-Erdogan più popolare del Paese, e il suo profilo potrebbe ora rafforzarsi ulteriormente. «La fiducia che i cittadini ci hanno accordato è stata premiata», ha detto Imamoglu arrivando nel quartier generale del Chp, principale partito dell’opposizione in Turchia, pur invitando ad aspettare i risultati definitivi. Persino più pesante il passivo che si profila per il partito presidenziale, l’Akp, ad Ankara, capitale del Paese. Mansur Yavas, sindaco uscente e (ri)candidato del Chp, potrebbe aver staccato il suo rivale del partito di governo, Turgut Altinok, di ben 20 punti, se i dati parziali (56,3% contro 36,4% di preferenze con il 13% delle schede scrutinate) saranno confermati. Distacco sufficiente perché Yavas si sia già proclamato vincitore. Ma il Chp dovrebbe aver vinto con i suoi candidati in decine di altre province, con una prevalenza dell’area occidentale del Paese: Izmir, Bursa, Antalya e Adana sono tutte in procinto di finire o restare in mano all’opposizione. Quel che è più preoccupante per Erdogan è però il dato aggregato nazionale: se i risultati parziali saranno confermati, il Chp emergerà dalla tornata di elezioni locali come primo partito del Paese, con quasi il 39% delle preferenze: sarebbe la prima volta da 35 anni. Una sconfitta bruciante per il Sultano ininterrottamente alla guida della Turchia dal 2003.
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