Roberto Vecchioni, il rimorso dopo la morte del figlio Arrigo: «Ho messo la mia vita davanti alla sua»
Si intitola «Tra il silenzio e il tuono» l’ultimo libro di Roberto Vecchioni, edito da Feltrinelli, in cui il cantautore raccoglie un fiume di emozioni e ricordi, attraverso gli eventi della sua vita, come la morte di suo figlio Arrigo il 18 aprile 2023 a 36 anni e i suoi brani più emblematici della sua carriera. In una lunga intervista al Corriere della Sera a Giangiacomo Schiavi, il cantautore indica qual è l’elemento che mette insieme tutte le sue canzoni in oltre 40 anni di attività: «È sempre la vita – spiega – Nessuno, ma proprio nessuno può sapere quale tra le mie trecento canzoni io ami di più, è una canzone to0tale, vale per tutta l’umanità, si chiama: Storia e Leggenda del Lanciatore….». E spiega la metafora: «Nel libro un nonno, un padre e un figlio, si passano come eredità il senso del vivere. È lanciare coltelli per colpire le stelle e illuminare l’universo. Sono coltelli simbolici e stanno per sogni, desideri, speranze, fedi, slanci d’amore, risate e abbracci. Quando li hai lanciati tutti, beh, allora senti che sei solo. Ma non crederci, continua a lanciarli».
Nel libro Vecchioni racconta del figlio Arrigo, ripercorre i momenti più dolorosi compresi quelli del funerale: ««Nel libro, quando ne ho parlato, l’ho fatto volutamente sotto metafora. Quella dell’ultimo autovelox, quella della penna piantata nel suo cuore e addirittura quella del dolore espresso non da me, ma dalle cose intorno in quella buia notte: le piastrelle dell’ospedale, i neon, gli insetti…». Un momento cruciale per la vita di Vecchioni, da cui nasce un dolore che non si riesce a superare: «Ma il dolore più grande sta sempre nel rimorso, quello di aver messo la mia vita davanti alla sua. Non passa, non mi passerà mai».
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