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Jannik Sinner: quando potrà diventare numero uno al mondo?

01 Aprile 2024 - 05:42 Alba Romano
jannik sinner numero uno classifica atp cosa gli manca
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La classifica Atp lo vede staccato di più di mille punti rispetto a Djokovic. Ma la terra rossa può essere decisiva

Jannik Sinner è arrivato dove nessun tennista italiano si era spinto. Con la vittoria al Miami Open contro Dimitrov è salito fino al secondo posto nella classifica Atp superando Alcarez. Ma quando il talento azzurro può diventare numero uno del mondo? Nell’ottobre 2023 – e ancora una volta grazie a una vittoria su Alcaraz – Sinner è diventato n. 4 del mondo, eguagliando il record di Adriano Panatta nel 1976 dopo la vittoria del Roland Garros. Ad agosto era arrivata la prima vittoria in un Atp Masters 1000. Novembre è stato il mese della vittoria dell’Italia in Coppa Davis, mentre il 2024 è cominciato con la vittoria agli Australian Open che lo ha portato nella storia. Adesso è il momento del grande salto. Che potrebbe arrivare con la stagione sulla terra battuta.

La classifica Atp

La classifica dell’Atp vede ancora al primo posto Novak Djokovic. Il tennista serbo non ha giocato a Miami ma è ancora saldamente al comando con 9725 punti. Sinner è sensibilmente staccato a quota 8710. Più vicino di quanto lui sia prossimo alla vetta c’è proprio Alcarez con 8645 punti. Seguono Daniil Medvedev con 7165 punti, Alexander Zverev (5370), Andrey Rublev (4890), Holger Rune (3795). Chiudono Casper Ruud (3615), Grigor Dimitrov (3540), Hubert Hurkacz (3425). I suoi programmi prevedono di giocare i Masters 1000 di Monte Carlo ad aprile. A seguire Madrid e Roma prima del Roland Garros, secondo Grande Slam di questa stagione. Poi arriverà la stagione sull’erba, con l’Atp 500 di Halle e Wimbledon. Infine, a chiudere la prima parte della stagione ci saranno le Olimpiadi di Parigi.

Il primo posto di Sinner

E quindi quando Sinner avrà la possibilità di diventare numero uno al mondo? Attualmente potrebbe essere decisiva proprio la terra rossa. La classifica Atp si forma in base alla differenza tra i risultati dell’anno precedente e di quello successivo nello stesso torneo. A Monte Carlo Sinner è stato semifinalista nel 2023 e difende 360 punti. Mentre Djokovic è uscito agli ottavi. A Madrid né l’uno né l’altro hanno giocato. Roma ha visto l’italiano uscire agli ottavi e l’attuale numero uno ai quarti. Poi c’è Barcellona dove l’anno scorso è arrivata ai quarti: stesso risultato per Djokovic al Srpska Open. Infine, il Roland Garros. Qui Djokovic è campione uscente e Sinner è uscito al secondo turno. E quindi i punti da difendere saranno rispettivamente 2315 per Djokovic e 585 per l’italiano.

Terra rossa decisiva

È evidente quindi che se Sinner riuscirà a mantenere la seconda piazza all’inizio della stagione sulla terra rossa, poi avrà tutto da guadagnare dal torneo del Grande Slam. E se insieme il numero uno dovesse (inaspettatamente) steccare uscendo ai primi turni, una vittoria a Parigi spianerebbe la strada per la prima posizione. Intanto Sinner è già al primo posto nella race per le Finals. Ovvero la classifica che alla fine dell’anno porta al Masters di Torino. Ora è a quota 3900 punti, mentre Medvedev è a 2550 e Zverev a 1835. Djokovic è molto staccato: al dodicesimo posto con meno di mille punti. Ma la stagione è ancora lunga.

L’ex allenatore

Intanto il suo ex allenatore Massimo Sartori dice che Sinner vive per diventare il numero 1 al mondo: «Il merito è tutto suo. Non si è mai tirato indietro davanti al lavoro, fino a bruciare le tappe e raggiungere il numero 2 del ranking a 22 anni». Secondo Sartori la capacità più grande del tennista altoatesino «è sempre stata avere il controllo su ciò che fa, in sicurezza, senza perdere mai il filo. Poi, gli può succedere di perdere, ma questa dote non lo abbandona. Per qualità del tennis, in questo momento nessuno può stare al suo passo. Jannik vive per diventare il numero uno e insegue questo obiettivo ogni giorno», ha detto a Radio Anch’io. E quindi se fino a qualche anno fa «c’erano 5-6 giocatori che potevano contrastarsi tra loro», da Djokovic e Nadal a Federer e Murray per citare soli i più noti, «in questo momento Sinner è di un altro livello, Alcaraz è fortissimo, ma non ha la capacità di restare ad un numero di giri così alto nell’arco di tutto il match. Djokovic è ormai avanti con gli anni e dietro non vedo granché».

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