Bergoglio critica padre Georg per «mancanza di umanità». E ringrazia Ratzinger: «Mi difese da alcuni cardinali»
Dalle nuove regole per il rito funebre dei pontefici, con le indicazioni per la sua sepoltura, agli aneddoti riguardanti il suo rapporto con Joseph Ratzinger. Nel libro-intervista El Sucesor, scritto dal giornalista spagnolo Javier Martinez Brocal, papa Francesco fornisce nuovi spunti sulla coesistenza di due papi. Eccezionalità che ha dato adito anche a diversi dissidi all’interno del mondo cattolico. Dice Jorge Mario Bergoglio: «Mi ha addolorato il fatto che abbiano usato Benedetto XVI contro di me. Il libro di don Gaenswain è stato pubblicato il giorno della sua sepoltura, e mi è sembrato una mancanza di nobiltà e umanità». In questa anticipazione del volume, che uscirà domani 3 aprile per edizioni Planeta, papa Francesco biasima la promozione che padre Georg fece del suo libro. Lo storico segretario di Ratzinger, al suo fianco dal 1992, confidò alla stampa che Bergoglio avrebbe deluso il suo predecessore. Secondo la versione del tedesco, «la stretta di Francesco sulla Messa in latino ha spezzato il cuore del Papa emerito». Dichiarazione rilasciata al quotidiano cattolico tedesco Die Tagespost e che sancì la rottura definitiva tra padre Georg e papa Francesco. Il quale, anche quando affronta il tema dei funerali dei pontefici e delle modifiche che ha apportato, attacca nuovamente il segretario di Ratzinger, a cui fu affidata la gestione delle esequie.
Invece Martinez Brocal, anticipando i contenuti del libro-intervista a Bergoglio, racconta un’altra faccia del rapporto tra il Vaticano e Ratzinger: «Durante l’intervista con sua santità abbiamo parlato di molte cose. Mi è sembrato molto interessante quello che ha detto sulle pressioni della Curia verso Benedetto. Non è ovviamente sceso nei dettagli, ma ha per esempio raccontato di quando l’allora papa si è recato in Brasile, al Santuario dell’Aparecida, per partecipare alla conferenza dei Vescovi latinoamericani: a Roma quel viaggio fu molto osteggiato». Al momento della rinuncia, si legge nel libro, il papa tedesco avrebbe voluto farsi chiamare semplicemente «padre Benedetto, ma non ebbe abbastanza forza per imporre la sua volontà e finì per diventare “papa emerito”». Il giornalista rimarca che Bergoglio, durante l’intervista, abbia sempre rivendicato la bontà del legame con Ratzinger: il papa emerito «si è sempre rimesso a papa Francesco, lo ha difeso e sostenuto e non c’è dietro nessuno degli attacchi conservatori o delle manovre per minare la sua autorità». Bergoglio nega che ci siano mai stati disaccordi fra loro: «Non ha mai detto “non sono d’accordo”. Diceva: “Questo è molto buono, come questo. Anche questo dovrebbe essere preso in considerazione”».
Infine, un passaggio del libro-intervista è dedicato ai motivi della rinuncia al papato di Ratzinger. Papa Francesco ricorda: «Benedetto era l’uomo meno attaccato al potere che abbia mai conosciuto. Ha lasciato perché non si sentiva più abbastanza in forze per svolgere al meglio il suo ruolo». E aggiunge: «Molti non capivano la libertà interiore di Benedetto. Molte delle persone che lo sostenevano volevano che diventasse più “traumatico”, più direttivo, cioè che lasciasse il suo ruolo di grande Pastore per entrare nel gioco della polemica. Non l’ha mai fatto. E ha sempre pregato per me. Quando andavo sempre a trovarlo a Natale o a Pasqua o in altre occasioni, i suoi occhi brillavano e pregava per me. L’ultima volta non aveva più la forza di parlare. E non capivo nulla di quello che diceva. Ma con il gesto, era così ricettivo, così gentile che era sufficiente».
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