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Pd, Nicola Zingaretti apre alla candidatura di Ilaria Salis: «E alle prossime elezioni politiche vinciamo noi»

02 Aprile 2024 - 06:48 Redazione
L'ex segretario: io in Europa? Ci sto pensando

L’ex segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti è oggi deputato e presidente della Fondazione Demo. E in un’intervista a La Stampa parla delle tensioni interne per le liste: «Io ci vedo un elemento positivo: un anno e mezzo fa, si discuteva se il Pd fosse morto e i poli di attrazione erano Conte e Calenda. Oggi torna ad essere protagonista e calamita che attrae». Mentre dopo le elezioni «il Pd sarà determinante per un’Europa più forte e con meno nazionalismi». Anche se non scioglie la sua personale riserva: «Se mi candido, giuro, non lo so. In che posto in lista, dove sarà eventualmente utile. Siamo in una fase di formazione delle liste, la sintesi arriverà alla fine».

Le candidature

Zingaretti apre all’ipotesi di candidare Ilaria Salis: «Quello che sta passando è una vergogna, e facciamo bene a tenere alta l’attenzione denunciando l’oscena subalternità del governo. Per quanto riguarda la candidatura, è una valutazione che spetta a lei, alla sua famiglia e al gruppo dirigente del Pd: tutto il resto è rumore di fondo. Perché si tratta di una situazione delicata, da trattare con prudenza e non gettare nel tritacarne. Io non so cosa possa comportare la candidatura per la sua situazione, ma se può esserle utile mi chiedo: perché no?». Così come per quella dell’ex direttore di Avvenire Marco Tarquinio, da sempre contrario alle armi all’Ucraina: «In un partito pluralista come il Pd ogni punto di vista è una ricchezza. Anche perché non ci divide l’anelito alla pace. Dopodiché, io credo che la pace passi dalla costruzione di un’Europa politica più forte, a cui noi possiamo contribuire».

Il M5s

L’ex governatore del Lazio parla anche dell’alleanza con Giuseppe Conte: «Non ho mai pensato che il M5S fosse la stessa cosa del Pd. Esattamente come non sono la stessa cosa Meloni, Salvini e Tajani. Ma si può trovare un compromesso». E scommette sul campo largo: «Sarà un percorso lungo e tortuoso, ma alla democrazia serve l’alternativa. Non basta un accordo di vertice, serve un processo fatto con la società. Alle prossime Politiche probabilmente vinceremo noi». Perché «se uniti, già nel 2022 avremmo avuto più voti, e tutti i sondaggi dicono che l’Italia oggi è contendibile: sicuro non posso essere, ma so che è un obiettivo a portata di mano. Davanti al pericolo della destra mi sembra ormai chiara a tutti la necessità di battaglie comuni in nome della Costituzione: per il salario minimo, la sanità pubblica, contro le disuguaglianze. Eccolo il processo comune verso un’alleanza per la crescita, la giustizia sociale e ambientale, contro la destra dei privilegi».

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