Israele, Benny Gantz esce allo scoperto e sfida Netanyahu: «È ora di andare a elezioni anticipate»
Dopo mesi di proteste sempre più pressanti e rumorose, e con una credibilità internazionale ai minimi storici dopo sei mesi di guerra, Benny Gantz esce allo scoperto e chiede a Benjamin Netanyahu di rompere gli indugi, scogliere il Parlamento e indire elezioni anticipate in Israele nei prossimi mesi: idealmente «a settembre». Già capo di Stato maggiore dell’esercito, poi leader dell’opposizione a Netanyahu con il partito “Blu e bianco”, Gantz aveva messo da parte le distinzioni politiche nell’immediato dopo la strage del 7 ottobre, accettando l’invito del premier a entrare in un gabinetto di guerra di unità nazionale. Ma i due non si sono mai amati, le distanze sono rimaste siderali, e Gantz si è via via ritagliato il ruolo di candidato in pectore alla sua successione qualora la palla dovesse passare al fronte di centro/centrosinistra. Scenario che la Casa Bianca non fa troppo mistero di vedere di buon occhio: a inizio marzo il ministro fu accolto in pompa magna a Washington dai vertici dell’amministrazione Biden – inclusa la vicepresidente Kamala Harris – per un «confronto» sulle strategie di guerra e dopoguerra a Gaza. Missione di alto livello che aveva fatto andare su tutte le furie Netanyahu. Anche perché la fiducia di cui il premier gode nel Paese è ai minimi storici, quella attribuita a Gantz nei sondaggi solidissima: un’eventuale elezione anticipata assegnerebbe secondo la più recente rilevazione per Canale 12 tra i 69 e i 74 seggi alla coalizione di centrosinistra contro i 49 attribuiti al blocco di destra che fa riferimento a “Bibi”.
La svolta di Gantz
Fin qui Gantz non aveva però mai raccolto la richiesta delle piazze anti-Netanyahu di elezioni anticipate. Ora per la prima volta l’ex capo di Stato maggiore esce allo scoperto, pur mantenendo toni quasi “istituzionali”: «Dobbiamo concordare una data in cui tenere nuove elezioni», ha detto il leader di “Blu e bianco” in una conferenza stampa alla Knesset, suggerendo che questa sia fissata per il prossimo settembre. Gantz ha aggiunto di avere parlato della questione nelle scorse settimane con diversi altri leader politici del Paese, incluso lo stesso Netanyahu, e di essersi ormai convinto che questa sia la strada da intraprendere per il Paese. «Una data certa per le elezioni ci lascerebbe il tempo di proseguire il nostro sforzo di sicurezza, permetterebbe ai cittadini di sapere che presto sarà rinnovato il legame di fiducia con noi ed eviterebbe una spaccatura nella nazione». Ecco perché, ha chiosato Gantz, «spero che troveremo un accordo su tale data, che tutti i leader pubblici responsabili si uniscano a noi e ci diano l’ampio supporto internazionale di cui abbiamo disperatamente bisogno».
La replica del Likud
A replicare a stretto giro a Gantz è stato il partito di Netanyahu, il Likud, che in una nota si è scagliato contro la proposta di elezioni anticipate: «In un momento chiave per Israele e nel pieno di una guerra Gantz deve smetterla di occuparsi di “piccola politica” solo perché il suo partito è in caduta libera», è l’attacco. «Un’elezione in questo momento – è la tesi già sostenuta a più riprese da Netanyahu nelle scorse settimane – ci paralizzerebbe, ci dividerebbe, minerebbe i combattimenti a Rafah e le possibilità di raggiungere un accordo sugli ostaggi. Il governo andrà avanti fino a che non raggiungerà tutti gli obiettivi della guerra».
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