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Femminicidio Tramontano, il medico legale in aula: «È morta prima lei per emorragia, poi il feto»

04 Aprile 2024 - 12:03 Redazione
Durante la visione in aula delle immagini del cadavere e dell'autopsia della vittima sono state fatte uscire tutte le persone, tranne l'imputato. Le dichiarazioni dei genitori sui social: «Oggi ancora più forte: giustizia per Giulia e Thiago»

Nell’ambito del processo a carico di Alessandro Impagnatiello, accusato del femminicidio della sua ex fidanzata incinta Giulia Tramontano, oggi vengono ascoltati i medici legali e i consulenti. La Corte d’Assise di Milano ha stabilito che l’udienza diventerà a porte chiuse durante la visione in aula delle immagini del cadavere e dell’autopsia della vittima. Dopo la proiezione delle foto, pubblico e giornalisti potranno rientrare. I familiari non sono presenti. Secondo quanto ricostruito, Tramontano è stata uccisa da Impagnatiello in casa loro a Senago con 37 coltellate. Dopo aver trovato un posto per nascondere il corpo, ha tentato di bruciare il cadavere, per poi farlo ritrovare in alcuni box a poche centinaia di metri da casa. «É morta a causa di una massiva emorragia acuta provocata da lesioni vascolari cervico-toraciche inflitte con un’arma da taglio», spiega in aula il medico legale Nicola Galante. «La morte del feto è successiva alla morte della madre, determinata da una insufficienza vascolare provocata dall’emorragia materna», aggiunge sottolineando che sul corpo della ragazza «non erano presenti lesioni da difesa».

La famiglia della vittima: «Giustizia per Giulia e Thiago»

Continua la rabbia e lo sconforto della famiglia Tramontanto, con il padre della vittima che si lascia andare in alcune dichiarazioni sui social. «Nulla ci restituirà Giulia, abbiamo gridato a voce alta, lo faremo ancora, affinché sia fatta giustizia. Giustizia per lei e Thiago», scrive Franco Tramontano in una storia su Instagram pubblicata questa. «Oggi ancora più forte: giustizia per Giulia e Thiago», aggiunge la madre di Giulia, Loredana Femiano. «Continueremo a lottare ogni singolo istante della nostra vita, affinché sia tolta la libertà per sempre a chi ti ha negato di essere una madre, una figlia, una sorella e tanto altro. Ti amo e mi manchi Giuliè», sono le parole del fratello.

Nell’ultimo mese aumentate le dosi di topicida

Nell’ultimo mese di vita di Giulia Tramontano «sembra esserci stato un aumento» della somministrazione di bromadiolone, ovvero il topicida che sarebbero stato usato da Impagnatiello e che da solo può provocare anche una morte «per emorragia». Lo ha detto in aula il tossicologo Mauro Minoli, sentito come testimone davanti alla Corte di Assise di Milano. Per l’esperto «è impossibile dire quanto tempo è trascorso dalla prima somministrazione». Ma l’assunzione è avvenuta «nell’arco di almeno due mesi e mezzo». La sostanza, ha spiegato il tossicologo davanti alla pm Alessia Menegazzo, «ha un sapore amaro». Porta ade effetti collaterali come mal di stomaco e a «piccole emorragie a livello gastrico». Già nel dicembre del 2022 Giulia si lamentava in chat del mal di stomaco e, a quanto testimoniato anche nella scorsa udienza dalla sorella Chiara, «Giulia diceva che tutto quello che mangiava aveva un sapore assurdo».

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